Il raduno
Rombano sul suolo rovente dell’Euro Torri le cinquecento Harley-Davidson riunitesi per l’undicesima edizione dell’attesissima Italy 500 Miles, l’annuale cavalcata dedicata interamente alle intramontabili due ruote.
A raccontare l’evento è Paolo Capretti, direttore del club Parma Chapter: «I partecipanti si avvieranno verso un percorso a loro ancora sconosciuto, diviso in dieci tappe. In ognuna di esse gli verrà dato un rombo per raggiungere il punto di controllo successivo e, al ritorno, dovranno aver percorso le 500 miglia del tragitto. Ciò verrà controllato marcando i kilometri in partenza e all’arrivo, e mostrando di avere tutti i timbri dei checkpoint sul libretto. Alla fine non si vince niente: non è una gara competitiva. Tutto gira intorno alla mitica spilla, da appuntare sul proprio gilet se si è compiuto tutto il percorso». La spilla, infatti, dai centauri è mostrata come un cimelio, testimone della propria passione e devozione alla filosofia Harley, di cui la 500 miglia è emblema. A spiegarlo è ancora Capretti: «È una gara contro sé stessi, complessa e dura dal punto di vista fisico. I concorrenti stanno in moto per 24 ore, non dormono e hanno pochi momenti di sosta ai checkpoint, dove si rifocillano e fanno una piccola sosta prima di ripartire». Insomma, la 500 miles, oltre che una sfida, è un rito: una prova d’amore per la propria moto e per la comunità creatasi attorno al mondo Harley, i cui valori fondativi, libertà, avventura, fratellanza e amore per la strada si riflettono sulla manifestazione. A restituire questa atmosfera sono le parole di coloro che ne fanno parte, come Ivan Dall’Asta, vicedirettore del Parma Chapter: «Mi sono innamorato perdutamente della Harley la prima volta che l’ho accesa, undici anni fa. Poi ho conosciuto questo mondo fatto di convivialità, dove ci si aiuta e nascono amicizie da tutta Italia e dall’Europa. La 500 miglia sono un modo per ritrovarsi e stare insieme. Questa è la mia decima volta». E Camilla Airoldi: «La mia passione nasce da un papà motociclista, che mi ha trasmesso questo mondo fantastico. Quello che mi piace di più di tutto questo è la libertà. Ma il mondo Harley è bello perché ci si aiuta sempre, come in questo caso. Non si lascia indietro nessuno e una parola basta per farti andare avanti». E Alessia Bersani: «In questo momento ho la pelle d’oca. Il rumore delle Harley non è un rumore che dà fastidio, è un suono. Sono entrata in questo mondo a quarantacinque anni e me ne sono innamorata. Ormai sono dieci anni che sono in questa famiglia e che prendo parte a questo evento, ed è meraviglioso».
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