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PROCESSO: TERZA UDIENZA

Neonati sepolti, l'ex fidanzato: "Mai sospettato fosse incinta". Un amico: "Lei sperava che notassimo qualcosa". Mostrata la foto di un neonato senza vita, Chiara Petrolini esce ancora dall'aula

Petrolini

06 Ottobre 2025, 09:03

E’ iniziata in corte d’Assise a Parma la terza udienza del processo a Chiara Petrolini, 22enne accusata di aver partorito e ucciso, in meno di un anno e mezzo, i suoi due figli neonati e di averli sepolti nel giardino di casa a Vignale di Traversetolo. Petrolini é arrivata in tribunale poco dopo le 8.30 condotta da una pattuglia dei carabinieri, entrando da un ingresso secondario. Nel corso dell’udienza odierna sono previste le deposizioni degli inquirenti che hanno condotto le indagini e del medico del 118 che è intervenuto sul luogo del primo ritrovamento, nell’agosto 2024. Presente in aula anche Samuel Granelli ex fidanzato della ragazza e padre dei due bimbi: in calendario nel pomeriggio, se le tempistiche lo consentiranno, anche la sua testimonianza.
«Nel caso di Chiara Petrolini i delitti sono casellabili come omicidi ad escalation asimmetrica, c'è stato un aumento del motore criminale non frenabile, un motore che inizia purtroppo già dall’ideazione, quindi già dall’immaginazione nell’autore e va avanti senza possibilità alcuna di esser bloccato, quindi viene compiuto fino alla fine, anzi con una fase successiva di tentativo dell’autore di rimanere impunito, un pre conservarsi, come si dice dal punto di vista criminologico».

Lo ha detto il colonnello Anna Bonifazi psicoterapeuta, responsabile sezione psicologia e criminologia del Racis dei carabinieri, nella sua deposizione nel corso della terza udienza del processo a Chiara Petrolini, la ragazza accusata di aver ucciso e sepolto i suoi due figli nel giardino di casa a Traversetolo, in provincia di Parma. Nel corso della sua testimonianza Bonifazi ha aggiunto: «I due eventi, almeno dalle circostanze che sono state disvelate, sono abbastanza simili a loro. La seconda gravidanza viene in qualche modo cercata, è un dato di fatto. Se la prima è avvenuta e si è conclusa in maniera così tragica, ci saremmo aspettati (parliamo di azioni logiche di una persona) non incappasse in una seconda azione altrettanto tragica. E invece - prosegue - tra i due fatti c'è stato anche un lasso di tempo (che chiamiamo di raffreddamento) estremamente ridotto, come a voler nuovamente ripercorrere una azione che non si può dire impulsiva. C'è serialità - argomenta ancora - c'è logica, un passaggio all’atto non bizzarro, non c'è alcuna azione che possa apparire non finalizzata: é un comportamento che fa presagire che chi lo compie entra ed esce da un impatto emotivo elevatissimo come senza minimamente avere degli scossoni emotivi, quindi riesce a sopportare a gestire anche eventi e momenti estremamente impattevoli dal punto di vista emotivo e fisico: questo è tipico comportamento seriale», conclude Bonifazi. 

Foto di uno dei neonati, Chiara Petrolini esce di nuovo dall'aula 
Quando sui monitor dell’aula del Tribunale di Parma è stata mostrata nuovamente la foto di un neonato senza vita, sull'erba di un giardino, Chiara Petrolini ha chiesto di uscire e ha lasciato l'aula per alcuni minuti, proprio come successo nel corso dell’udienza precedente. È' accaduto nel corso della deposizione di Paolo Spada, medico del 118 giunto a Vignale di Traversetolo il 9 agosto 2024 sul luogo del primo ritrovamento del cadavere di un neonato, secondogenito della 22enne.
Anche i volti dei genitori della ragazza, presenti tra il pubblico, si sono abbassati. Terminata la testimonianza del sanitario Petrolini è rientrata in aula. 

I genitori Petrolini non deporranno a processo

La difesa di Chiara Petrolini ha dato l’assenso all’acquisizione degli interrogatori resi in fase di indagine da parte dei genitori della ragazza. Roberto Petrolini ed Eli sa Bruschi, papà e mamma della ragazza accusata di aver ucciso e sepolto in giardino i due figli neonati, non deporranno nell’ambito del processo in corso in Corte d’Assise a Parma. La richiesta della difesa é stata avvallata dall’accusa nell’ambito della terza udienza, presente in aula il procuratore capo Alfonso D’Avino. Anche i legali di parte civile hanno chiesto e ottenuto l’acquisizione delle dichiarazioni rese in fase di indagine preliminare per i genitori di Samuel Granelli, ex fidanzato di Chiara e padre dei due bimbi sepolti. Anche per loro, quindi, nessuna deposizione nel corso del processo.

Un amico: "Chiara disse che non sapeva cosa fare"

«Mi ha detto che non sapeva cosa cosa fare, c'erano momenti in cui l’avrebbe tenuto altri no, non voleva precludersi la possibilità di essere madre ma é andata come é andata». Riccardo C., uno degli amici più vicini a Chiara Petrolini ha raccontato una delle poche giustificazioni fornitegli dalla ragazza quando é scoppiato il caso dei neonati sepolti in giardino; il giovane ha testimoniato nel corso del processo. Dopo aver spiegato che nessuno aveva notato le due gravidanze, l’amico ha rivelato che Chiara, una volta emersa la notizia del ritrovamento del primo cadavere, così giustifico il suo silenzio agli amici: «mi aveva detto che si aspettava che da parte nostra ci fosse una domanda relativa alla gravidanza proprio perché pensava che si notasse dal punto di vista fisico l'effettiva condizione in cui era. Sperava che notassimo qualcosa».

L'ex fidanzato: "Mai sospettato fosse incinta"

«Chiara mi disse che avevano trovato un bambino nel giardino di casa ma non mi disse che era suo». Così Samuel Granelli ex fidanzato di Chiara Petrolini e padre dei due neonati sepolti in giardino nel corso della sua deposizione in corte d’Assise a Parma. «Ci siamo fidanzati a 16/17 anni. Nel 2022 ci eravamo lasciati. Quando è scoppiato il caso ci eravamo rimessi insieme dal settembre 2023. Usavo raramente contraccettivi ma non ci siamo mai posti il problema di un’eventuale gravidanza. Non ho mai avuto la percezione che potesse essere in gravidanza, mai un sospetto, non ho mai notato nulla nemmeno quando era svestita». "Ero innamorato di Chiara e penso che lei lo fosse di me". La deposizione del giovane chiude la terza udienza del processo alla 22enne: «non abbiamo mai affrontato progetti relativi al futuro; quando ho saputo del primo ritrovamento sono crollato, non credevo potesse essere vero, inizialmente mi hanno detto soltanto che ero il padre, quando ho saputo che lei era la madre non credevo fosse possibile, era surreale». Samuel Granelli ha poi spiegato di essere in cura presso una psicologa: «mi sta aiutando, mi sembrava il minimo dare un nome ai bimbi e un degno funerale». A pochi metri di distanza, nell’aula del tribunale di Parma, Chiara Petrolini ha seguito la deposizione dell’ex fidanzato, immobile con le braccia conserte ma senza mostrare reazioni particolari, seduta accanto al suo legale Nicola Tria. Samuel ha aggiunto: «Chiara non era mai sola, non c'era un brutto rapporto con i suoi genitori e credo che in caso di una gravidanza l'avrebbero supportata».  «Per me è sempre stata la stessa Chiara dal primo giorno all’ultimo» ha proseguito Samuel. Nel corso dell'udienza, il padre dei due bimbi, estrano ai fatti per gli inquirenti, ha detto: «Figli con Chiara? Era molto presto, eravamo giovani e se lo avessi saputo ne avremmo discusso, non sarei stato contro al 100%, se Chiara avesse voluto avrei tenuto il bimbo anche da solo, non gli avrei fatto fare quella fine».

Il legale dell'ex fidanzato: "Non si dà spiegazione"

«Samuel è decisamente molto provato, aspettava di dover ripercorre tutto, sta facendo molta fatica a ricostruire questi fatti, ha difficoltà a comprendere come sia stato possibile». Lo ha detto, al termine dell’udienza del processo nei confronti di Chiara Petrolini (la giovane accusata di aver ucciso e sepolto due neonati da lei partoriti), l'avvocata Monica Moschioni, legale dell’ex fidanzato Samuel Granelli, padre dei due bambini.
«Quella che emerge - dice - era una Chiara inaspettata per tutti. Tutti i contributi portano a una Chiara insospettabile, che non dava idea di arrivare a queste cose, quindi il contributo principale lo darà la perizia. Samuel non riesce a darsi una spiegazione, per lui è una verità molto complicata da digerire».
L’avvocata non vuole sbilanciarsi sulla perizia psichiatrica, aspettando l’esito dell’esame dei consuenti ma al momento, dice, «non ho avuto elementi sulla base dei quali aspettarmi un’indicazione dell’incapacità di intendere e di volere».

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