Mercoledì 30 giugno, ore 21
«Adorni... Imola... 1968...» E' incredibile come la storia di un uomo, di un campione possa essere indissolubilmente legata ad un luogo e ad una data. Vittorio Adorni, il suo nome, quel luogo e quell'anno, se li è sentiti ripetere milioni di volte nella sua vita. Merito tutto suo che quel primo settembre del 1968 conquistò, proprio a cavallo fra Emilia e Romagna, la maglia iridata di campione del mondo di ciclismo. Quest'anno poi si è tornati a correre su quelle strade e in tanti sono tornati a ripetere quelle tre parole al campione parmigiano.
Ma Vittorio Adorni, oltre al mondiale, è stato molto, molto di più. Per raccontarlo 12Tv Parma vi ripropone questa sera la prime due puntate di 'Adorni si racconta', tre serate in cui sarà lo stesso Vittorio a sfogliare il suo album di ricordi.
Racconterà Adorni quando il 14 novembre del 1937 nasceva nella casa di famiglia in via Mantova, allora comune di San Lazzaro Parmense, quando iniziò a lavorare al fianco dell'orologiaio Cilién, il re della burla, ma anche quando, operaio Barilla, ottenne dal signor Pietro la possibilità di allenarsi prima di andare in officina oppure quando, grazie all'esclusione dalle Olimpiadi di Roma, vinse per la rabbia una gara con distacco chilometrico e Learco Guerra lo fece diventare professionista.
E poi la sua avventura televisiva grazie a Pippo Baudo, l'intervista con Sergio Zavoli a Pier Paolo Pasolini, la vittoria al Giro d'Italia del 1965 e la sua carriera da dirigente nel ciclismo mondiale una volta sceso dalla sella.
Un fiume di parole, di immagini, di racconti e di musica di un grande parmigiano.
Dopo averci fatto rivivere, nella prima puntata la sua vittoria ai mondiali di Imola, è il momento di riavvolgere il nastro agli inizi della sua vita, alla sua infanzia, ai primi lavori e, soprattutto, alle sue prime imprese in sella ad una due ruote.
«Il telaio della mia prima bicicletta lo conservo gelosamente a casa mia», racconta Vittorio. Con quello vincerà la sua prima gara, la Reggio-Casina a cronometro «anche se ho saputo di essere arrivato primo solo il giorno dopo quando ho letto i risultati sulla Gazzetta di Parma».
E poi l'amore per Fausto Coppi, «quando vinceva andavo in mezzo via Mantova ad urlare di gioia», il fiuto di Learco Guerra che lo fa diventare professionista e il sostegno del signor Pietro Barilla che «mi permetteva di entrare dopo in fabbrica per farmi fare gli allenamenti». E poi le Olimpiadi di Roma del 1960 solo sfiorate, «ma la rabbia per la esclusione mi fece diventare ancora più forte», il lavoro da garzone che, durante le consegne, si portava «la bici stretta in spalla anche se c'era da salire al terzo piano perché avevo paura che me la rubassero» o il compito di caricare le sveglie nel negozio di Cilién, «l'orologiaio che mi prese a lavorare al suo fianco».
Un racconto tutto d'un fiato di una Parma che non c'è più piena di personaggi, immagini inedite e, ovviamente, tanta tanta bicicletta. E' possibile seguire la puntata anche in diretta streaming e rivedere on-demand su www.tvparma.it
Mercoledì 30 giugno, 12 Tv Parma, ore 21
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