Schermi dei computer, telefonini e videoterminali, oltre che catalizzare l’attenzione per una gran parte del tempo libero, stanno diventando sempre più necessari e insostituibili strumenti di lavoro non solo negli uffici ma anche per lo smart working.
Strumenti usati per ore e ore, spesso ininterrottamente causa ritmi di lavoro sempre più sostenuti, il cui utilizzo può avere delle ripercussioni negative su diversi organi del nostro organismo, fra cui gli occhi e l’apparato muscoloscheletrico, provocando disturbi che, se trascurati e non correttamente prevenuti, possono portare a patologie.
Lavorare davanti a un computer concentrando lo sguardo per lunghi periodi sullo schermo, specie se con fonti luminose inadeguate, comporta affaticamento e rischi per l’apparato visivo che si manifestano con secchezza oculare, arrossamento, bruciore, visione annebbiata, mal di testa.
Secondo le raccomandazioni per la sicurezza sul lavoro emanate dall’Inail per prevenire questi disturbi, sono fondamentali alcuni accorgimenti fra cui preferire sfondi grigi a quelli chiari o bianchi per stancare meno la vista, con uno schermo ben pulito al di sotto dell’altezza degli occhi e leggermente inclinato all’indietro in modo che non rifletta la luce e consenta una maggior chiusura delle palpebre.
I moderni schermi piatti hanno ridotto di molto l’emissione di campi elettromagnetici ed elettrostatici, tuttavia è importante mantenere una corretta distanza del monitor dal viso, che deve variare in funzione delle dimensioni dello schermo: 50-60 centimetri per schermi da 15 pollici fino ad arrivare a 70-90 centimetri per schermi da 17 pollici. Utile inoltre regolare la luminosità del monitor in base alla luminosità ambientale, utilizzare gli occhiali se necessario, in quanto difetti visivi mal corretti possono accentuare lo sforzo visivo, ricordare di sbattere le palpebre per mantenere una giusta lubrificazione degli occhi e ogni venti minuti di lavoro fare una breve pausa, mentre ogni due ore fare una pausa di 15 minuti come prescritto dalla medicina del lavoro.
Altre problematiche che insorgono di frequente per chi usa quotidianamente per lunghi periodi videoterminali sono legate al sistema muscoloscheletrico. Possono manifestarsi dolori alla colonna vertebrale, dovuti alla troppa sedentarietà o ad una postura scorretta, disturbi muscolari per l’affaticamento dovuto a una posizione contratta e statica, disturbi alla mano e all’avambraccio, legati all’infiammazione dei nervi e dei tendini causata dal ripetuto utilizzo del mouse o della tastiera.
Per ovviare a questi problemi il piano di lavoro dovrebbe avere un’altezza di circa 70-80 centimetri e dare la possibilità di muovere liberamente le gambe con una seduta confortevole che consenta di appoggiare bene tutta la schiena allo schienale e permettendo anche di cambiare posizione facilmente.
L’altezza della sedia deve essere rapportata al piano di lavoro, con uno schienale di circa 50 cm al di sopra del sedile in modo che le spalle siano rilassate e gli avambracci siano in posizione orizzontale. Anche l’altezza del monitor è aspetto di grande importanza in quanto uno schermo troppo alto o troppo basso può affaticare i muscoli della nuca, delle spalle e della parte superiore della schiena.
E’ sicuramente più difficile osservare queste regole con i computer portatili, che andrebbero caso mai utilizzati con schermi e tastiere esterne, e per questo andrebbe privilegiato l’utilizzo dei computer fissi.
Per evitare altri problemi legati alla circolazione e alla stasi venosa con accumulo di cellulite, è bene che fra il bordo del sedile e la parte posteriore del ginocchio ci sia uno spazio libero, allungare spesso le gambe, cambiando la loro posizione ma evitando di accavallarle, ed alzandosi ogni tanto in piedi facendo qualche passo o sollevandosi sulle punte dei piedi.
Gli indirizzi da seguire per adottare una postazione di lavoro corretta sono tanti e possono sembrare trascurabili, ma in realtà si tratta di suggerimenti semplici che con poco sforzo possono comportare importanti benefici alla nostra salute.
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