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Respira bene. Anche l'intestino ti ringrazierà

Stipsi: fra le cause, oltre a sedentarietà e dieta, l'uso del diaframma

Respira bene.  Anche l'intestino ti ringrazierà

di Gianfranco Beltrami

25 Gennaio 2024, 16:42

La difficoltà ad andar di corpo regolarmente è un problema antico affrontato nella storia da tantissime civiltà, che si può verificare a partire dall'infanzia e molto frequente nella popolazione, tanto che si pensa che la stitichezza cronica colpisca circa il 15% delle persone, con una maggiore prevalenza nelle donne e nei soggetti anziani.
Il termine stipsi deriva dal greco “styphein” che significa “stretto”, ed indica una difficoltà o infrequente evacuazione seguita da una sensazione di incompleto svuotamento dell’intestino.


Transitoria e cronica
La stipsi è un disturbo in molti casi transitorio e che spesso può essere risolto in breve tempo intervenendo sulla correzione degli stili di vita.
Per stipsi transitoria o occasionale, si intende una condizione che si riscontra frequentemente nelle persone sedentarie, che si idratano poco durante la giornata, in quelle che hanno apportato dei cambiamenti all’alimentazione e agli stili di vita, nelle donne in gravidanza, in caso di cambi di clima, o come conseguenza di interventi chirurgici e terapie antibiotiche.
Nel periodo del Covid si è riscontrato un forte aumento di casi di stipsi transitoria, sia in persone adulte che nei bambini, causa la sedentarietà forzata nel periodo di pandemia, il lavoro in smart working e lezioni fatte da casa.
Passare tante ore seduti davanti ad un monitor comporta una minore motilità dell’intestino e spesso per un meccanismo di gratificazione si è più portati a smangiucchiare cibi dolci, ricchi di grassi e poveri di fibre, rimanendo seduti per ore ed evitando quel minimo movimento che si può svolgere anche in casa e che potrebbe garantire un migliore funzionamento intestinale, oltre che migliorare la circolazione ed evitare dolori causati da una postura scorretta.


Quando c'è una patologia
La stipsi cronica invece può essere causata da disfunzioni motorie intestinali o anorettali oppure da patologie come la diverticolosi, le malattie infiammatorie croniche intestinali o il tumore del colon-retto, che possono essere diagnosticate dallo specialista a seguito di una serie di esami sempre consigliati in caso di stipsi. Tra le malattie croniche che spesso si accompagnano a stipsi vi sono il Morbo di Parkinson, il diabete ed alcune malattie neurologiche più rare.
I sintomi più comuni che si accompagnano alla stitichezza sono mal di testa, gonfiore addominale, stanchezza, flatulenza, nausea, alito cattivo, emorroidi.
Le cause possono essere molte e fra i fattori maggiormente responsabili il più comune è la lenta motilità del colon, che spesso si verifica dopo anni di abuso di lassativi.
Le cause esterne della stitichezza possono includere cattive abitudini alimentari, mancanza di assunzione di liquidi, uso eccessivo di alcuni farmaci, un problema endocrino come l'ipotiroidismo o anche problemi di carattere emotivo.
Sta di fatto che la stitichezza rappresenta sempre un fattore che determina uno scadimento della qualità della vita e rappresenta anche un fattore di rischio importante per lo sviluppo di malattie croniche.


Il ruolo del microbiota
Uno studio recentissimo pubblicato alcuni mesi fa sulla rivista “Neurology”, e che ha preso in esame oltre centomila persone, ha documentato come la stipsi cronica sia correlata a un decadimento cognitivo precoce che sembrerebbe legato ad un impoverimento del microbiota intestinale, cioè ad una riduzione della varietà di quella grande popolazione di milioni di specie batteriche presenti nell'intestino.
Gli stili di vita sono frequentemente responsabili della stipsi: è noto infatti come fra le cause della stitichezza ci possa essere un eccesso di sale, di salumi e formaggi stagionati, abuso di caffè e alcolici o di alcuni farmaci come gli oppiacei, che provocano la presenza di feci secche e dure, mentre un eccesso di zuccheri e farine raffinate può favorire una riduzione del tono e della motilità intestinale.
Ulteriori cause, oltre alla sedentarietà, sono lo stress, l’ansia e la depressione. Le persone stressate e ansiose infatti hanno una respirazione prevalentemente toracica e superficiale, mentre chi è rilassato ha una respirazione che coinvolge anche il diaframma e l’addome: la pancia si gonfia respirando e questo movimento effettuato migliaia di volte nella giornata esercita un massaggio continuo sull’addome favorendo il movimento e la progressione delle feci nell’intestino.
Nella gestione della stitichezza è in ogni caso importante la supervisione medica sia per consigliare corretti stili di vita, istruzioni dietetiche o cambiamenti comportamentali sia, nei casi più resistenti, l’eventuale utilizzo di farmaci, acque e tecniche lassative o il ricorso ad approfondimenti diagnostici o alla chirurgia.

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