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È purtroppo una realtà che la pianura padana sia uno dei luoghi più inquinati del pianeta, dove livelli di ozono e di polveri sottili in inverno sono cresciuti fino a superare più volte, e di molto, le soglie limite imposte per la sicurezza dei cittadini.
Tra le città più colpite ci sono i più grandi agglomerati urbani come Torino e Milano, ma anche a Parma la situazione preoccupa. Per questo motivo è legittimo chiedersi a quali rischi si vada incontro facendo allenamento all’aperto in zone urbane o comunque con alto livello di polveri sottili nell’aria.
Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute italiano, l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30 mila decessi solo per il particolato fine (Pm 2.5), pari al 7% di tutte le morti (esclusi gli incidenti) e il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite all’anno.
Il ministero ha stimato inoltre quanto l'insalubrità dell’aria italiana incida sulla longevità di ogni cittadino: per via delle polveri sottili, rispetto alla durata media della vita, si vive 14 mesi in meno al nord, 6,6 al centro e 5,7 al sud e sulle isole.
Non c’è dubbio che il problema non può essere trascurato: se è vero infatti che la sedentarietà provoca grandi danni all’organismo, è altrettanto vero che l’inquinamento provoca grossi problemi alla salute e quando si pratica attività sportiva all’aperto, in giornate in cui la qualità dell’aria è scarsa, i danni per l’organismo possono superare i benefici.
Lo sportivo impegnato in attività fisica è infatti più vulnerabile all’inquinamento perché l’esercizio fisico determina un aumento della frequenza del respiro e ciò comporta che la quantità di aria che viene introdotta nei polmoni con ogni singolo atto respiratorio possa essere fino a 15 volte superiore, con aumento anche della quantità di inquinanti che scendono in profondità nelle vie aeree danneggiandole.
Inoltre, durante l’esercizio fisico è più probabile che si respiri con la bocca piuttosto che attraverso il naso. A differenza del naso, la bocca non è in grado di filtrare determinati agenti inquinanti di grandi dimensioni nell’aria e di impedire loro di entrare nei polmoni. Pertanto, la respirazione attraverso la bocca può comportare l’ingresso di più sostanze inquinanti nelle vie respiratorie.
Ma non sono solo i polmoni ad essere danneggiati: un recente studio pubblicato su “European Heart Journal” condotto su circa 1,5 milioni di giovani sudcoreani di età compresa tra i 20 e i 39 anni, ha dimostrato come fare esercizio fisico in città molto inquinate, rimanendo esposti ad elevate concentrazioni di Pm 2,5 e Pm 10, determini un rischio molto maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari.
Altri studi hanno documentato come vi siano anche preoccupanti associazioni fra malattie neurologiche e inquinanti che da tempo sono stati trovati anche nel cervello.
Cosa possono fare dunque il podista, il ciclista o gli sportivi che vogliono continuare a praticare attività fisica, almeno per mitigare i danni? In primo luogo essere consapevoli del problema e controllare i livelli di qualità dell’aria prima di intraprendere ogni tipo di attività all’aperto. Esistono diverse “app”, alcune anche per smartwatch, che aiutano a scegliere il percorso migliore per evitare le zone più inquinate, oppure che mostrano giorni e orari specifici in cui i livelli di polveri sottili risultano più bassi, quindi favorevoli per allenarsi con maggiore sicurezza.
Occorre anche considerare che l’inquinamento tende a essere ai massimi livelli nelle calde giornate di sole, mentre l’aria tende a essere più pulita dopo la pioggia o quando tira il vento.
Se non è possibile spostarsi dalla città per raggiungere zone collinari in cui l’inquinamento è minore, meglio allenarsi nei parchi fuori dal centro o in spazi pubblici e percorsi situati in zone a bassa emissione inquinante. Se si va in bicicletta, si passeggia o si corre all’aperto meglio evitare di farlo vicino al ciglio delle strade, particolarmente se trafficate, o vicino ai veicoli, in quanto ci sono studi che hanno dimostrato che i livelli di inquinamento dell’aria sono superiori su strade più frequentate e che il livello di inquinamento scende quanto più ci si allontana dalla strada.
Da evitare inoltre strade con edifici alti - perché l’aria inquinata tende a rimanere intrappolata all’interno di strade con edifici a molti piani - ed evitare le ore di punta col maggior traffico veicolare e le strade con semafori perché gli incroci rappresentano un punto più pericoloso: quando i veicoli ripartono rilasciano maggiori emissioni.
Nelle giornate peggiori meglio privilegiare esercizi a bassa intensità poiché gli esercizi ad alta intensità, come le corse lunghe veloci o gli sprint, fanno aumentare la quantità di aria di cui il corpo necessita per ossigenare i tessuti. Invece camminando le necessità metaboliche diminuiscono e non vengono incrementati gli atti respiratori.
Vi è poi la possibilità di indossare le classiche mascherine da ospedale, utili per filtrare l’aria ed impedire alle particelle più grosse di penetrare negli alveoli polmonari. Purtroppo questo non vale per le polveri sottili, che riescono a passare attraverso queste mascherine. Per proteggersi vi sono anche nuove mascherine, studiate per la pratica sportiva cittadina e con filtraggio più vicino alla totalità delle particelle che, pur con qualche limitazione, possono essere usate da coloro che non vogliono rinunciare al jogging in città.
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