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Fino agli anni 2000 una muscolatura forte e robusta era considerata dalla maggior parte delle persone un vezzo estetico, una moda che si era diffusa nelle palestre per mettere in mostra un corpo scultoreo.
Anche in ambito medico i muscoli erano valorizzati principalmente per la loro funzione motoria, come mezzo per muoversi, per compiere lavori faticosi o gesti sportivi più validi. Oggi il mondo scientifico ha completamente ribaltato questa concezione alla luce delle numerose ricerche che hanno dimostrato che i muscoli sono una specie di centrale globale dell’efficienza del corpo, fondamentali per il metabolismo e soprattutto, come si è scoperto negli ultimi anni, producono alcuni ormoni e ne influenzano molti altri.
I ben 752 muscoli del corpo umano vanno quindi considerati come un vero e proprio organo con funzioni indispensabili per la salute dell’organismo, oltre che il più grande in termini di peso.
I muscoli sono ovviamente necessari per mantenere l’autonomia, ma il punto principale è che avere un corpo tonico e muscoloso è la vera chiave per rimanere a lungo in salute. La scienza ha infatti dimostrato che i muscoli non si indeboliscono perché si invecchia ma si invecchia perché si indeboliscono i muscoli. Se cala la muscolatura, il segnale che viene trasmesso è quello di ridurre la produzione di alcuni ormoni fondamentali per rallentare l’invecchiamento come l’ormone della crescita (GH) e il testosterone.
Per fare un paragone col mondo dei motori, i muscoli rappresentano la cilindrata della nostra macchina-corpo: più è alta, ovvero più i muscoli sono presenti, efficienti e allenati, più la macchina è performante: aumentano il dispendio energetico e il metabolismo e quindi è anche più facile dimagrire o mantenere il peso forma.
Ma avere muscoli allenati significa anche ridurre la predisposizione alle malattie metaboliche, come il diabete o l’eccesso di colesterolo, perché l’attività muscolare incide sui livelli di numerosi ormoni che regolano diversi processi metabolici.
Allenare i muscoli migliora la sensibilità all’insulina, l’ormone che gestisce la quantità di zucchero in circolo, consentendo un più efficiente utilizzo del glucosio come fonte di energia da parte dei tessuti e soprattutto evitando che si sviluppi la resistenza all’insulina stessa, anticamera del diabete.
I muscoli non influenzano soltanto gli ormoni che regolano l’uso del glucosio e quindi dell’energia; l’allenamento dei muscoli aumenta anche la produzione degli ormoni tiroidei, anch’essi coinvolti in un incremento dei processi metabolici perché favoriscono la sintesi delle proteine e degli enzimi e promuovono la formazione di nuovi mitocondri, ovvero delle centrali energetiche all’interno delle cellule.
Le ultime scoperte scientifiche hanno dimostrato inoltre che le fibre muscolari stesse producono ormoni come ad esempio il fattore di crescita insulino-simile o IGF-1, che attiva le cellule satelliti: si tratta di cellule dormienti che una volta stimolate, con l’allenamento o anche a seguito di un trauma, possono trasformarsi in cellule muscolari per riparare il muscolo o per accrescerlo.
ll muscolo produce anche citochine antinfiammatorie, le cosiddette miochine, in grado di contrastare molecole pro-infiammatorie prodotte in una condizione molto diffusa nel nostro tempo, lo stress cronico. Questo spiega perché l’attività fisica regolare sia uno dei mezzi migliori per ridurre il rischio di numerose malattie che proprio nell’infiammazione cronica di basso grado vedono la loro causa principale o un fattore favorente, come le malattie metaboliche, cardiovascolari e i tumori.
Un altro ormone secreto dai muscoli durante l’esercizio fisico è l’irisina che viene rilasciata soprattutto con esercizi ad alta intensità e con l’high intensity interval training (HIIT) ovvero l’allenamento che prevede un’alternanza di sforzi brevi e molto intensi seguiti da fasi di recupero a intensità più blanda.
L’irisina ha effetti molteplici: quello scoperto più di recente è il potenziamento di memoria e attenzione grazie allo sviluppo di nuove cellule nervose nell’ippocampo, un’area del cervello connessa ai processi di memorizzazione e apprendimento. Questa neurogenesi associata al movimento contribuisce a spiegare le migliori prestazioni scolastiche che si osservano nei bambini che praticano sport con regolarità.
Non è però l’unico effetto positivo dell’irisina: questo ormone converte il grasso bianco, di deposito, in grasso bruno che invece è metabolicamente attivo e favorisce la termogenesi, ovvero la produzione di calore e quindi un processo che brucia energia. Soprattutto in chi è sovrappeso od obeso oppure soffre di diabete, il passaggio da grasso bianco a bruno, possibile grazie all’esercizio, è molto importante, perché così si diminuisce l’accumulo adiposo viscerale, tipico di queste condizioni, che accresce molto il rischio di eventi cardiovascolari come infarti o ictus.
Infine, l’irisina favorisce la produzione di tessuto osseo: l’effetto anti-osteoporosi dell’attività fisica non è quindi solo possibile grazie alla sollecitazione meccanica sulle ossa, se si fa movimento con costanza c’è la formazione di nuove cellule che possono contribuire a rinforzare lo scheletro.
Quindi il messaggio in conclusione è che se si vuole mantenere una buona salute e contrastare l’invecchiamento, oltre che adottare stili di vita sani, bisogna continuare tutta la vita a fare esercizio fisico per mantenere il più possibile la forza ed il tono muscolare, cosa che si può ottenere anche in tarda età con un allenamento mirato.
Gianfranco Beltrami
Vice Presidente Federazione medico sportiva italiana, direttore scientifico Terme di Monticelli.
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