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Cervello, individuati i neuroni che scatenano l'ansia

Cervello, individuati i neuroni che scatenano l'ansia

14 Novembre 2025, 18:48

Individuati nel cervello i neuroni dell’ansia: si trovano nella centralina delle emozioni, la regione dell’amigdala, e la loro iperattività contribuisce a sviluppare anche depressione e cambiamenti del comportamento sociale. Negli esperimenti sui topi, il ripristino della loro normale eccitabilità (attraverso modifiche di un gene chiamato Grik4) ha permesso di eliminare gran parte dei sintomi, come dimostra lo studio pubblicato sulla rivista iScience dai ricercatori dell’Istituto di neuroscienze in Spagna.
«Sapevamo già che l’amigdala è coinvolta nell’ansia e nella paura, ma ora abbiamo identificato una specifica popolazione di neuroni la cui attività sbilanciata è sufficiente a innescare comportamenti patologici», osserva il coordinatore dello studio, Juan Lerma. Il suo team ha utilizzato dei topi geneticamente modificati con un’espressione aumentata del gene Grik4, che aumenta la produzione di recettori del glutammato di tipo GluK4 e pure l’eccitabilità neuronale. Questi topi hanno mostrato ansia e isolamento sociale simili ai sintomi osservati nelle persone con condizioni come l’autismo o la schizofrenia.
I ricercatori sono stati in grado di normalizzare l'espressione di Grik4 specificamente nei neuroni situati nell’amigdala basolaterale mediante l’editing genetico. Questa regolazione ha ristabilito la normale comunicazione con un gruppo di neuroni inibitori nell’amigdala centrolaterale. «Questo semplice aggiustamento è stato sufficiente a cancellare i comportamenti correlati all’ansia e al deficit sociale, il che è notevole», afferma Álvaro García, primo autore dello studio.
Lo stesso approccio è stato poi applicato a topi normali che mostravano naturalmente livelli di ansia più elevati. Il trattamento ha ridotto anche i loro sintomi. «Questo convalida i nostri risultati e ci dà la certezza che il meccanismo che abbiamo identificato non è esclusivo di uno specifico modello genetico, ma può rappresentare un principio generale per il modo in cui queste emozioni vengono regolate nel cervello», osserva Lerma. «Colpire questi specifici circuiti neurali potrebbe diventare una strategia efficace e più localizzata per il trattamento dei disturbi affettivi».

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