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STORIE DI EX

Marco Giandebiaggi «Scelte azzeccate nella promozione della Cremonese»

Ha giocato sette anni con il club grigiorosso che sale in serie A

Marco Giandebiaggi «Scelte azzeccate nella promozione della Cremonese»

di Sandro Piovani

10 Maggio 2022, 16:32

Alla fine, nonostante le sofferenze degli ultimi tempi, la Cremonese è approdata in serie A. E c'è un parmigiano che, dentro a quella maglia, ha «lasciato un pezzo di cuore». Già, Marco Giandebiaggi lo ribadisce anche in queste ore, nel giorno della festa. Giandebiaggi ha giocato sette stagioni con la Cremonese, di cui quattro in serie A. Una promozione in A e tre salvezze, il suo palmarès. E la A è un traguardo unico per una squadra di provincia, perché la Cremonese del patron Arvedi è da qualche stagione che ci provava. Ed ora appunto è il momento della festa. «Per me e i miei compagni di quei tempo, visto che abbiamo una chat molto attiva, è stato rivivere quel magnifico passato. E le gioie che abbiamo avuto. Molti personaggi che avevano fatto grande quella Cremonese non ci sono più, ma resta la gente, la passione di una città: sono veramente contento per loro».

La Cremonese torna in serie A dopo molti anni, dopo molte sofferenze. Dopo molti investimenti...

«Il club ha avuto un passato importante e in questi anni ha avuto importanti potenzialità ma forse erano stati fatti investimenti sbagliati. Come un po' è accaduto con noi (il Parma ndr). Poi, con la realizzazione del centro sportivo alle porte di Cremona e la crescita del settore giovanile e dopo aver imparato dagli errori commessi, ecco che è arrivata la promozione. Grazie anche alla fiducia data a Pecchia, per due stagioni consecutive. E grazie anche all'arrivo di un dirigente d'esperienza come Braida».

Vedi qualche similitudine tra questa promozione e quella che avevate ottenuto voi trenta anni fa?

«Beh, oggi come allora la proprietà ha investito non poco ma soprattutto sui giovani. Magari anche non di proprietà. Noi avevamo il ds Favalli che riusciva a farsi dare giocatori giovani in prestito che valorizzavamo e poi tornavano alla base. Intanto però ci davano risultati importanti. Cosa che è accaduta alla Cremonese, cito Carnesecchi e Fagioli ma l'elenco è lungo. Significa che in questi due anni hanno progettato bene la squadra».

Secondo te qual è stato il segreto di questa Cremonese?

«La continuità avuta nel girone di ritorno. A parte gli ultimi due incidenti di percorso (Giandebiaggi si riferisce alle sconfitte con Crotone e Ascoli ndr), è arrivata la zampata finale. La continuità è fondamentale».

Tornando ai giovani, la Cremonese ha puntato soprattutto su profili italiani...

«Mi sembra anche che in alcune gare in campo ci fossero undici italiani. Un evento raro anche in serie C. Una volta nei campionati italiani c'erano stranieri «top», ora ce ne sono molti di più e e abbassano un po' la qualità. Non perché sono stranieri, ma perché c'è dietro un mercato molto ampio. E la Cremonese porta una speranza in più perché possano cambiare le cose».

Cosa può mutuare il Parma da questa stagione e da questa promozione della Cremonese?

«Il presidente del Parma ha potenzialità economiche non indifferenti. Forse nelle passate stagioni questi soldi non sono stati spesi bene quindi bisogna imparare dai propri errori e deve lasciare che la direzione tecnica abbia il suo spazio. Una volta individuate le figure giuste, bisogna lasciarle lavorare. Non è detto che i soldi bastino per conquistare certi traguardi. La stessa Cremonese in passato, nonostante importanti investimenti, ha avuto non poche difficoltà. Bisogna dare carta bianca a ds e allenatore».

E qual è per il Parma il primo problema da risolvere?

«Abbiamo troppi giocatori, secondo me. Non è facile ma secondo me bisogna scremare la rosa e tenere quei giocatori che possano essere un valore aggiunto per l'allenatore e la squadra stessa. In alcuni c'è poca tecnica e poca personalità, questo è il primo problema da risolvere. Il compito è difficile. Però bisogna arrivarci, anche per i tifosi che hanno sempre sostenuto la squadra».

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