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Visioni d'artista

Ozmo, universale inno alla libertà

Ozmo, universale inno alla libertà

13 Gennaio 2025, 09:16

Potrebbe sembrare superato ma non lo è. Cecilia Sala seduta a terra in manette e con un cerotto sulla bocca: l'opera realizzata con l'intelligenza artificiale che lo street artist italiano Ozmo nei giorni scorsi ha affisso su un muro nel centro di Parigi, voleva richiamare l'attenzione sulla giornalista arrestata in Iran e detenuta nel carcere di Evin. «Ho pensato questo intervento per sensibilizzare il pubblico francese e internazionale sulle violazioni dei diritti umani a cui Cecilia è stata sottoposta - ha spiegato all'Ansa l'artista -. La mia opera denuncia una realtà di prigionia, con l'immagine di una persona ammanettata, priva di voce, come simbolo della condizione di Cecilia e di tanti altri che si oppongono ai regimi autoritari. Non un'immagine consolatoria, ma un grido di denuncia».
Nel testo in francese che accompagna il manifesto affisso davanti al Teatro La Colline, a poca distanza dal cimitero di Père-Lachaise, si spiega che l'intento «è portare alla luce una condizione grave e spesso ignorata».

Ozmo, nome con cui si firma l'artista Gionata Gesi, italiano di origini, risiede e lavora da tempo a Parigi. Nella capitale francese così come in Italia e all'estero è stato protagonista di opere d'arte pubblica, mostre in strutture museali e gallerie private e incursioni di street art incentrate sul dialogo e sull'inclusione e su tematiche politiche ed ecologiste legate all'attualità.
Cecilia Sala da mercoledì è a casa, per la gioia del mondo che ha seguito con apprensione la vicenda della sua terribile e ingiusta prigionia. Ora che è libera gioiamo tutti per lei. Ma nel carcere di Evin sono migliaia le prigioniere dissidenti rinchiuse e il messaggio di Ozmo risuona forte e potente. In questo mondo infuocato da guerre tremende e popolato da regimi autoritari, libertà di pensiero e di espressione sono ormai privilegio di pochi. Associamoci tutti a questo necessario grido.
k.g.

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