CINEMA RECENSIONI
Il 1947 - anno di pubblicazione del diario di Anne Frank - è considerato una data spartiacque nella narrazione dell’Olocausto: l’innocente e insieme ponderatissima scrittura della ragazzina più nota di Amsterdam permise infatti, nell’immediato dopoguerra, di prendere piena coscienza dei tragici, quotidiani effetti della persecuzione antisemita. L’israeliano Ari Folman, autore del mirabile «Valzer con Bashir» e figlio di una coppia sopravvissuta ad Auschwitz, da tempo si occupa della vicenda di Anne: dopo un graphic novel di successo, ecco un lungometraggio animato che, non cedendo alla tentazione del mero biografismo, attualizza i fatti partendo da un inedito presupposto: la fittizia Kitty, destinataria delle confidenze di Anne, prende vita nel 2022 e intende ritrovare l'amica di penna. La capitale olandese, dove lo sfuggente spettro di carta compie la sua ricerca, si mostra però livida, cattiva, oppressa dal gelo e da un’urtante indifferenza verso i migranti, i quali - Folman non ha dubbi in merito- sono i nuovi ebrei emarginati.
In questa dimensione razzista, invernale/infernale dove la Memoria della vittima si è trasformata in involontaria idolatria (Ponte «Anne Frank», Scuola «Anne Frank»…) e in turismo di consumo (migliaia le visite dovute, ma non davvero sentite all’alloggio segreto), l’unica possibilità per invertire la tendenza è, stando al film, riaprire un certo quaderno rosso dalla copertina scozzese e leggere semplicemente - senza strumentalizzazione alcuna - le sue suggestive parole.
Regia: Ari Folman
Isr/Fr/Bel/Lux/Ol, 1 h e 39'
Genere: Animazione
Dove: The Space Parma Centro
Giudizio: 4 su 5
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