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GRUPPO IMPRESE ARTIGIANE

«Innovazione, necessario più sostegno per le pmi»

Dibattito con il presidente della Regione Bonaccini. Il modello: la collaborazione fra pubblico e privato

«Innovazione, necessario più sostegno per le pmi»

di Patrizia Ginepri

11 Maggio 2022, 17:47

Se per competere è necessario, oggi più che mai, investire in nuove tecnologie, anche le pmi devono essere messe nelle condizioni di farlo, magari utilizzando i tanti fondi che sono a disposizione. Serve un modello, che inevitabilmente deve avvalersi della collaborazione tra pubblico e privato e in generale di sinergie trasversali, oggi indispensabili per la crescita del sistema economico. Per ragionare sulle opportunità che sono all'orizzonte, per rafforzare le piccole realtà imprenditoriali del nostro territorio, il Gruppo imprese Artigiane ha promosso una tavola rotonda alla Antica Tenuta Santa Teresa, introdotta da una domanda provocatoria: in un mondo che cambia, innova e punta alla transizione energetica, c'è ancora spazio per la piccola impresa?


«Innovazione e transizione energetica richiedono investimenti importanti e tempistiche di attuazione particolarmente accelerate, mentre le piccole e medie imprese sono abituate a muoversi verso quelle direzioni a piccoli passi - premette il presidente del Gia, Giuseppe Iotti -. Dobbiamo, tuttavia, evitare che le pmi restino indietro, perciò occorre maggiore sensibilità da parte delle amministrazioni pubbliche, di università e centri di ricerca, nonché sinergie nel mondo delle imprese».
Sollecitato dal moderatore dell'incontro, il vice caporedattore della Gazzetta di Parma Aldo Tagliaferro, sul ruolo dell'associazione, Iotti conferma che «oggi l'impegno si concentra in particolare nel rapporto con le istituzioni, per inserire le aziende in un circuito virtuoso. Anche perché, non va dimenticato che le piccole imprese sono anelli importanti delle filiere e devono essere poste nella condizione di crescere».

Di fronte alla folta platea di imprenditori associati al Gia, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini coglie l'occasione per fornire notizie fresche. Premesso che siamo al primo posto per numero di bandi in tema di innovazione, il presidente inizia inquadrando lo scenario attuale. «Rischiamo la terza recessione in pochi anni - avverte - la più paradossale e cito, ad esempio, il settore della ceramica, con ordini dall'estero mai così alti negli ultimi anni e aziende chiuse temporaneamente perché non sono in grado di sostenere i costi energetici. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e si rischia una crisi sociale in un mercato che avrebbe tanto lavoro».

Detto questo, l'obiettivo è competere e la leva principale sono le risorse da destinare a ricerca e innovazione. Bonaccini cita il Pnrr, ma anche la programmazione settennale dei fondi Ue. Non ultima, una notizia di giornata: il varo del programma «Gol», percorsi personalizzati per 43mila persone in cerca di lavoro (55 mln all'Emilia-Romagna). E restando in tema di formazione il presidente ricorda il modello della Motor valley emiliana, il consorzio Muner, che in tre anni è arrivato a organizzare sei lauree magistrali in inglese per ingegneri e ha raddoppiato gli iscritti, attirando anche giovani dall’estero. Un progetto vincente, che verrà replicato nel settore del food, con Parma capofila.

Roberto Ghiretti, direttore di Art-Er, che si occupa di attrattività, ricerca, innovazione e sviluppo territoriale, rimarca l'importanza degli investimenti in innovazione sottolineando che «l'accesso ai fondi deve essere regolato e gestito», mentre Egidio Amoretti, ad di Corte Alimentare Parma, cita il progetto pilota Transition Farm, di cui è presidente. L’obiettivo è coniugare la necessità di formare neolaureati rendendoli protagonisti attivi della transizione ecologica, energetica e digitale, con quella di mettere queste competenze a disposizione anche delle pmi.

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