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Stati Generali della Logistica Nord Est

Serpagli: «Digitalizzazione e scuole, così colmiamo il vero gap della logistica»

Serpagli: «Digitalizzazione e scuole, così colmiamo il vero gap della logistica»

05 Dicembre 2025, 07:00

Alla sala congressi del Savoia Excelsior Palace si è tenuta l’edizione 2025 degli Stati Generali della Logistica del Nord Est, due giornate dedicate al ruolo del Nord Est come snodo strategico per i flussi merci europei e alla trasformazione del settore tra nuove infrastrutture, transizione verde e innovazione digitale.
Nella Sessione dedicata a “La digitalizzazione delle infrastrutture e l’innovazione nella logistica del trasporto merci”, il confronto ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle imprese. Dopo gli interventi introduttivi di Giorgio Di Bello (dirigente MIT) e Paolo Giacobbe (Politecnico di Milano-Osservatori Contract Logistics e Digital & Smart Infrastructures), la tavola rotonda ha visto dialogare Michelangelo Chinni (RAM-area digitalizzazione della logistica), Salvatore Recano (ADM Friuli Venezia Giulia), Luca Abatello (Circle Group), Pier Giovanni Pisani (A4Trading), Roberto Vidoni (AD Autamarocchi) e Gianpaolo Serpagli, vicepresidente vicario dell’Unione Interporti Riuniti (UIR) e presidente di CEPIM-Interporto di Parma.
Serpagli ha portato al centro del dibattito il punto di vista di chi gestisce ogni giorno terminal e interporti, ricordando come il tema non sia soltanto tecnologico, ma prima di tutto culturale e organizzativo. La logistica italiana, ha osservato, è ancora fortemente frammentata: accanto a nodi all’avanguardia convivono realtà in cui i documenti viaggiano ancora su carta, con bolle e carta copiativa. In questo quadro, la digitalizzazione non può essere raccontata come una bacchetta magica, ma come un percorso che richiede tempo, competenze e formazione mirata.
Un passaggio rilevante del suo intervento ha riguardato proprio la formazione specialistica. Serpagli ha citato l’esperienza dell’Emilia-Romagna, dove Regione e Fondazione ITL hanno costruito un modello strutturato di collaborazione tra scuole, imprese e sistema logistico, proponendolo come riferimento da estendere al resto del Nord e, progressivamente, a tutte le regioni italiane. Secondo il presidente di CEPIM, questo lavoro con gli istituti tecnici e professionali ha già prodotto risultati tangibili, con un forte aumento degli studenti che scelgono percorsi legati alla logistica.
Da qui la denuncia di un paradosso: mentre il settore pesa sensibilmente sul prodotto interno lordo, la logistica resta quasi invisibile nel racconto pubblico. Serpagli ha ricordato come il comparto rappresenti una quota importante dell’economia nazionale, ma difficilmente trovi spazio nei talk show o nel dibattito mediatico. Spesso, ha osservato, il mondo della logistica viene percepito come “duro”, poco attrattivo, finché chi vi entra non scopre che dietro magazzini, terminal e camion c’è la condizione di possibilità della vita quotidiana e delle filiere industriali.
Questa scarsa attrattività si traduce direttamente in una difficoltà strutturale a reperire personale. Le imprese, ha spiegato, fanno “una fatica enorme” a trovare figure qualificate, tanto nei ruoli operativi quanto in quelli tecnici e gestionali. E mentre si investe per potenziare la rete ferroviaria e l’intermodalità, il rischio concreto è di arrivare ai prossimi anni con infrastrutture moderne ma senza abbastanza merci sui treni, e al tempo stesso con un autotrasporto che fatica a trovare nuovi autisti.
Da qui l’appello a una scelta chiara di priorità da parte delle istituzioni. La finanza pubblica non consente interventi a pioggia su tutto: è quindi necessario, secondo Serpagli, concentrare le risorse su alcuni assi strategici. In cima, la prosecuzione dei programmi per la digitalizzazione delle imprese logistiche e un forte investimento sul sistema scolastico e formativo, così da allineare l’offerta di competenze alla trasformazione in corso.
Sul fronte strettamente digitale, il vicepresidente vicario di UIR ha ribadito l’importanza di proseguire nella costruzione di piattaforme condivise che mettano in rete porti, interporti, retroporti e operatori dell’ultimo miglio, sulla scia dei progetti già avviati nel settore marittimo-portuale. L’obiettivo è arrivare a un ecosistema nazionale in cui i diversi nodi della catena logistica dialoghino in tempo reale, riducendo tempi morti, aumentando l’affidabilità dei servizi e rendendo più competitivo il trasporto ferroviario delle merci rispetto alla sola gomma.
In conclusione, Serpagli ha riconosciuto i passi avanti degli ultimi anni, ma ha invitato a non abbassare la guardia. La direzione intrapresa-più digitale, più intermodale, più integrata con il sistema formativo-è quella giusta, ha sottolineato. Resta però aperta una domanda di fondo: quanto il sistema Paese, nel suo complesso, è davvero allineato su questa traiettoria?
È il dubbio che ha scelto di portare fuori dalla sala di Trieste, come monito e, insieme, come agenda di lavoro per i prossimi anni.

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