Intervista
Voleva fare il calciatore o la rock star, invece è diventato un avvocato che fa il comico, l’attore, lo scrittore. Come la sua comicità, Gene Gnocchi rifugge da ogni tipo di definizione o schema, portando in tivù e a teatro performance acute, vivaci e di bonaria irriverenza. Con l'inconfondibile «R» fidentina (è nato lì, si sa), passa in rassegna personaggi, temi d’attualità, percorsi esistenziali.
Lo spiega bene il titolo dello spettacolo che proporrà domani sera al pubblico del Teatro Magnani di Fidenza (ore 21): «Se non ci pensa Dio, ci penso io». Un dialogo con «il Supremo», che si esprime spesso in maniera criptica attraverso una radio, e il capoufficio Gnocchi, accompagnato dal suo assistente Cassani (Diego Cassani).
Tra centinaia di faldoni, domande e dita di polvere, ciò che accadrà sul palco sarà l’unione del surreale, del mistico con la noia e l’apocalittico del terreno. Ad accompagnare il tutto, lo humor straordinario – e a tratti un po’ caustico – di Gene Gnocchi: risate assicurate.
Gene, è vero che sul palco incontrerà Dio?
«Diciamo che a Dio chiederò molte cose».
Ad esempio?
«Non possiamo dare anticipazioni (ride, ndr). Posso dire, però, che in un tempo drammatico e difficile come questo, le domande da fare sono tantissime».
Di cosa si può parlare con Dio?
«Secondo me, di tutto. Dalla pandemia, alla guerra, ai monopattini elettrici nelle città, il rincaro della benzina. Sempre con humor. È con l’ironia che possiamo guardare le cose da un’altra prospettiva».
Ha citato anche temi complessi e delicati. Quindi, secondo lei, è possibile ridere di tutto?
«Secondo me sì. Soprattutto adesso che impera il politicamente corretto. Ovviamente tutto deve essere gestito con una certa sensibilità, che un comico deve avere. Penso che nel nostro lavoro ci sia un vero discrimine: se si urta la sensibilità di qualcuno subito arriva la querela. Ma questo timore toglie una parte fondamentale alla comicità: la libertà».
Le è mai capitato di doversi censurare?
«Sinceramente no. Sui social, però, anche a causa dei cosiddetti “leoni da tastiera” se devo scrivere una battuta ci penso di più. Il dubbio che una frase possa essere male interpretata sul web è maggiore».
La «comicità social» del periodo di lockdown durante la pandemia le è pesata, allora?
«Più che altro penso proprio che l’essenza del nostro lavoro implichi un contatto diretto con il pubblico. Quando scrivo gli spettacoli non vedo l’ora di presentarli alla gente. Poi per uno come me che adora l’umorismo che spiazza, non potere vedere la reazione di chi mi sta davanti è una sofferenza».
Nel 2020, nel periodo più complesso della pandemia anche dal punto di vista lavorativo, ha dichiarato che avrebbe fatto i provini per entrare nei «California Dream Men» …come è andata?
«Mi hanno preso, ma per la sezione “Anziane over 60”. Quindi sbuco fuori da una torta, ma sono imbragato, mi devo aiutare in un qualche modo. Insomma, è andata non proprio come mi aspettavo».
Che peccato… Quindi adesso cosa farà?
«Intanto aspetto il pubblico di Fidenza, la mia città. È sempre bello tornarci e rivedere, oltre alla famiglia, anche tanti amici. E poi per la tivù bolle in pentola qualcosa per Mediaset. Ci sarà probabilmente anche un richiamo in ambito calcistico. Il mio grande desiderio è quello di tornare a fare puro e vero intrattenimento».
Biglietti anche online su Vivaticket: 15 euro platea e palchi, 10 euro galleria. Tel: 0524 517508 – 3459374728.
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