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GUERRA IN UCRAINA

Il primo giorno di scuola a Parma dei bimbi ucraini: disegni e partite di calcio

Il primo giorno di scuola a Parma dei bimbi ucraini:  disegni e partite di calcio

di Mara Varoli

23 Marzo 2022, 09:24

Matteo si è svegliato presto. Si è messo la tutta e lo zaino sulle spalle: dentro, l'astuccio nuovo e il quaderno col robot. E a piedi con la mamma è andato alla Toscanini: il suo primo giorno di scuola a Parma. «Era preoccupato - confessa nonna Nataly -, ma al ritorno era contentissimo: ha persino giocato a calcio con i compagni». Un passo verso la normalità, anche se di normale non c'è nulla in questa guerra che spezza le famiglie. Ma Matteo, accolto a Parma da Nino Garavini, grazie a Nataly, sta vincendo la sua piccola battaglia. A 8 anni: «Con la mamma e la zia ha fatto un viaggio lunghissimo - continua nonna Nataly -. Sono scappati da Kiev e mio figlio, il papà, è rimasto là a combattere. Prima in treno verso l'Ucraina Ovest, poi in pullman a Lubin, quindi treno fino a Varsavia, Vienna e arrivo a Brescia, dove Nino è andato a prenderli per portarli a casa sua. Aveva già preparato letti, materassi, lenzuola, armadi: ha trasformato l'appartamento con una sensibilità esemplare. E il primo giorno di scuola è stato per tutti un'emozione. La settimana scorsa siamo andati alla cartoleria dell'Eurosia: i titolari ci hanno dato il benvenuto regalandoci quaderni e colori. Così ieri alla prima campanella Matteo era in classe con i suoi compagni della seconda elementare della Toscanini di via Cuneo».

E l'accoglienza è stata speciale: tanti disegni su cartoncini colorati, tra arcobaleni e cuori grandi. Il preside Bruno Demasi ha organizzato un incontro con la docente interculturale delle elementari: «Pur essendo ancora numeri molti bassi, il problema del recupero del mediatore rimane - spiega il dirigente scolastico del comprensivo Toscanini -. Quindi per ora ci siamo affidati ad una volontaria di un'associazione. Già con la prima riunione con la rete delle scuole per l'accoglienza degli studenti ucraini ci siamo preparati. E stamattina (ieri per chi legge) il bambino ha partecipato a tante attività. Lo studio è un diritto e noi dobbiamo essere pronti a garantirlo. L'inserimento diventa una forma di arricchimento anche per gli altri bambini».
Matteo non è il solo bambino che a Parma ha preso possesso del suo nuovo banco. All'istituto comprensivo Parma Centro sono due: una bambina di 8 anni e un ragazzino di 12. «Sono stati inseriti in una terza elementare e in una seconda media - spiega il preside Maurizio Olivieri -. Un inserimento soft, proprio per non metterli in difficoltà. Senza clamore. In un primo momento abbiamo presentato a loro la scuola e dopo un primo ingresso in classe, abbiamo coinvolto il mediatore. Cerchiamo di farli stare bene ed entrambi sono contenti di stare insieme ai coetanei. L'inserimento sarà graduale, con la conoscenza della lingua, anche se già da un primo momento frequentano tutte le ore scolastiche. E voglio sottolineare che l'integrazione è molto spontanea: tra i bambini è naturale, a volte basta un "Come ti chiami?"». I bambini sono a Parma grazie a contatti familiari, in particolare grazie alla presenza della nonna, che vive qui da tempo: «I piccoli si devono trovare in una situazione di normalità - continua il preside Olivieri - ed è quindi necessario un clima accogliente per recuperare quella serenità che è venuta meno e nei limiti del possibile. E perché ciò avvenga, la prima cosa è tutelarli».


Anche all'istituto comprensivo Montebello è arrivato un nuovo alunno dall'Ucraina: «Il piccolo ha 11 anni ed è in quinta elementare - spiega la preside Alessandra Melej -. Abbiamo scelto questa classe anche perché è presente una bimba ucraina che può aiutarlo in tutto. Le attività sono quelle consuete: musica e arte sono linguaggi universali e qui non c'è problema; matematica è matematica ma il nuovo nostro alunno è molto bravo nel calcolo mnemonico; per italiano segue Google traduttore e lingua due in compresenza. Sta imparando alla svelta». Ma il programma guarda oltre e arriva fino all'estate: «Dopo l'incontro con la rete delle scuole - conclude la preside Melej - abbiamo previsto attività anche in vista dell'estate. Abbiamo chiesto risorse alla Fondazione Cariparma e abbiamo programmato di organizzare gruppi di bambini ucraini per fare la loro scuola. Con l'aiuto del Comune avremo un censimento per poter partire al più presto. Chiederemo anche ai parenti di poter collaborare alle iniziative».

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