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MALTRATTAMENTI

Trent'anni di inferno accanto al marito-padrone: condannato

Trent'anni di inferno accanto al marito-padrone: condannato

di Georgia Azzali

07 Giugno 2022, 03:01

Trent'anni nell'ombra. Eppure non era bastato abbassare lo sguardo, chinare sempre la testa ed eseguire gli ordini. Maria (la chiameremo così) era una nullità ai suoi occhi: ha obbedito a quel marito-padrone e ha subito le sue vessazioni. Si è sentita dire che non valeva nulla, che era «ignorante». Ha incassato anche le sue minacce di morte e ha sopportato le botte, persino i morsi sul corpo. Finché, dopo una nuova aggressione, agli inizi di agosto dello scorso anno, ha raccontato il suo calvario ai carabinieri, pur non avendo comunque trovato la forza di denunciarlo. Ma il procedimento è partito. Per l'uomo - 70enne, originario di Agrigento - è scattato poco dopo anche il divieto di avvicinamento alla moglie. E ieri è stato condannato a 3 anni per maltrattamenti dal giudice Purita (il pm Massimo Porta aveva chiesto sei mesi in più).

Era stato il trasferimento a Parma, agli inizi degli anni '90, a far precipitare Maria in una quotidianità di violenza. E poi c'era quel figlio, ancora piccolo, con gravi problemi di salute. Toccava a lei far fronte al dolore, alla cura, ma anche alle esplosioni d'ira di quel marito che non aveva alcuna considerazione di lei.

Maria era il bersaglio di ogni suo scatto. «Sei una m...», le urlava con la stessa arroganza con cui le ordinava di preparargli qualcosa da mangiare o di fare una commissione. Ma ciò che faceva Maria non era mai abbastanza. C'era sempre qualcosa di sbagliato o imperfetto in ogni sua parola, in qualunque gesto.

Erano solo ignobili pretesti per il marito-padrone per metterle le mani addosso: un paio di volte l'anno nei primi tempi, ma nell'ultimo periodo era diventato sempre più violento. Schiaffi, calci, pugni e persino morsi al volto, sul torso e sulle gambe. I segni sul corpo? Li aveva visti solo un'amica, l'unica con cui Maria ogni tanto parlava del suo inferno privato. Lei che aveva provato a spingerla a prendere le distanze da quell'uomo, ma non aveva potuto fare altro che confortarla nei momenti più bui, perché Maria non era mai andata nemmeno a farsi medicare.

Nel 2019 l'amica se ne era andata. Era rimasta sola, Maria. Ancora più sola e, come sempre, senza alcuna autonomia economica. Una forma di ricatto, un modo per il marito di tenerla legata a sé. Maria aveva perso quella cara amica, ma delle sue sofferenze aveva avuto modo di parlarne con la figlia della donna. Anche il 4 agosto del 2021 era stata lei ad averla vista terrorizzata, i lividi sul corpo, dopo che lui l'aveva aggredita e minacciata. «Buttati dal balcone», le aveva urlato agitando un paio di forbici davanti al viso.

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