CONDANNA
Appuntamento al buio con Barbara. Non aveva visto nemmeno un'immagine sfocata di lei. Anche il tono della voce gli era sconosciuto. Ma per quella pausa pranzo con un po' di sesso gli era bastato inviare un messaggio al numero che aveva trovato sul sito «Bacheca incontri Parma». Immediata risposta in chat e incontro fissato per lo stesso pomeriggio in un bed & breakfast della zona di via San Leonardo. E lui, 37enne parmigiano, si era presentato seguendo poi le istruzioni ricevute: un codice per bloccare il cancello e subito dentro il monolocale dove lo attendeva Barbara, nome d'arte naturalmente. Certo, il cigolio un po' troppo insistente del letto su cui si era adagiato l'aveva infastidito, ma finito l'incontro aveva pagato i 70 euro concordati e se ne era andato. Poco dopo, però, era scattato il ricatto: «Portami subito 150 euro, altrimenti ti denuncio, perché devo far aggiustare il danno del letto, e c'è già qui il tecnico per la riparazione», si era sentito dire al telefono. E lui, che avrebbe potuto porsi mille interrogativi prima di fare marcia indietro, si era invece precipitato nell'appartamento e aveva allungato i 150 euro. I primi soldi versati nelle mani del finto tecnico, perché poi erano arrivate altre richieste. In totale, gli erano stati spillati 400 euro, poi la coppia ci aveva riprovato, ma era finita direttamente in manette. E ieri la donna - 46 anni, origini trentine -, accusata di concorso in estorsione, è stata condannata a 3 anni e 7 mesi, oltre al pagamento di 1.100 euro di multa. Molto più elevata la richiesta del pm Domenico Galli, che era arrivato a 5 anni e mezzo. Ma il collegio, presieduto da Alessandro Conti, ha fatto cadere l'aggravante di aver commesso il fatto in più persone e ha concesso alla donna le attenuanti generiche. Il complice, 36enne calabrese, che aveva scelto il rito abbreviato, è stato condannato lo scorso novembre a un mese in più. E tutti e due sono ora ai domiciliari.
Complici, per l'accusa. Ma anche per i giudici. Eppure lei, sentita ieri in aula, ha continuato a ripetere: «E' stata tutta una sua iniziativa. Ho avuto una storia con lui, ma poi ha continuato a minacciarmi e me lo ritrovavo sempre dappertutto, tanto che avevo fatto al questore una richiesta di ammonimento nei suoi confronti».
Richiesta del novembre 2021. Ma la scorsa primavera erano ancora insieme nel B&B di Parma. Era il finto tecnico a prendere i soldi, tuttavia i messaggi di richiesta venivano inviati con il telefonino di Barbara. Il 31 maggio, dopo aver consegnato i primi 150 euro, il cliente era tornato ancora al B&B perché un nuovo messaggio WhatsApp era arrivato dal telefonino di Barbara. Minaccioso e molto «scomodo». «Mi devi dare altri 250 euro, altrimenti chiamo tua moglie, tua madre e il tuo datore di lavoro», lampeggiava sul display.
Era finito in trappola. Bloccare il numero di Barbara, subito dopo, non era servito a nulla, perché i messaggi continuavano ad arrivare da altri numeri. Richieste al rialzo: 500 euro, poi 700, perché lui temporeggiava. E poi la coppia si sarebbe accontentata anche di 400 euro, quando sembrava che lui potesse cedere. Ma a quell'ultimo appuntamento, vicino al casello dell'A1, c'erano anche i carabinieri.
Georgia Azzali
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