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ROCCABIANCA

«Finita la scuola? Peccato, qui è bello studiare insieme»

«Finita la scuola? Peccato, qui è bello studiare insieme»

13 Giugno 2023, 03:01

«Voglia di scuola»: risponde così un ragazzo di seconda quando gli chiedi una frase per descrivere la media di Roccabianca. E non è il secchione della classe, ma il primo fra tanti: «Sì, qui ci sono bravi insegnanti e si studia volentieri», gli fanno eco i compagni. Alunni, prof e collaboratori: sono loro la linfa di una scuola degli anni Quaranta, che pur avendo qualche «ruga» è «la scuola più bella del mondo»: la forza della «banda».

E ora che l'ultima campanella prima delle vacanze è suonata, anziché essere al settimo cielo gli studenti sentono già la mancanza di quelle «quattro mura» e di quell'antico portone che ogni mattina si apre per loro: «La scuola è per questi ragazzi un punto di riferimento», assicura la docente di Lettere Sara Allegri.

A Roccabianca la media dell'Istituto comprensivo Giovannino Guareschi sembra una pellicola in bianco e nero. Eppure ha tanti colori: le aule ben ordinate pur essendo anzianotte, lo scalone che divide i più piccoli dai più grandi e un parco con alberi secolari, panchine e campi sportivi. Poco importa se la palestra è da libro «Cuore», perché lo spirito che si respira in questo edificio è di condivisione, collaborazione, umiltà e intraprendenza. Con un grande senso di appartenenza: «Certo, 4 classi sono poche - sottolinea la referente di plesso e insegnante di musica Barbara Sargenti -. Però cerchiamo sempre attività che stimolino il benessere nei ragazzi. La nostra non è una scuola solo di voti ma che cerca di sviluppare risorse per tutta la comunità. E per riuscire a fare le cose con le nostre forze abbiamo bisogno dell'aiuto degli studenti. In questo modo si responsabilizzano e se le cose le fanno loro il rispetto per l'ambiente in cui vivono arriva in automatico». Un programma educativo esemplare «e il merito è di chi mi ha preceduto: la prof Eliana Gentile - continua Sargenti -. Io ho raccolto il testimone di quella linea che lei chiama "la forza della banda": un'equipe che si prende per mano e lavora insieme per far stare bene tutti: è lo spirito di squadra».

E poi ci sono loro: le bidelle Carmela Cilona e Vittoria Sulla, che danno il buongiorno col sorriso. E vanno persino in gita.

Alle 11 zero 5 c'è l'intervallo e i ragazzi escono dall'aula. Se c'è bel tempo si va fuori in cortile, ma se piove si rimane all'ombra del vecchio scalone. C'è chi addenta il panino e chi bussa allo sgabuzzino di Carmela e Vittoria. Che non solo conoscono per nome tutti gli alunni ma sanno persino come si chiamano le nonne. E se qualcuno ha mal di testa o ha preso un brutto voto, sono pronte con un té o una cioccolata calda a rincuorare l'improvviso malessere: «mamme» speciali più che collaboratrici scolastiche.

La ricreazione è gioia: 70 studenti di prima, seconda e terza media si incontrano, scherzano, si confidano e si aiutano a vicenda. È la scuola dell'amicizia e non è utopia. Tant'è che quando parli di casi di bullismo in altri istituti, i ragazzi si guardano stupiti. E se c'è bisogno di una mano in più, sono in tanti a farsi avanti: c'è chi porta la carta igienica nei bagni del primo piano, chi spolvera gli strumenti musicali, chi scarta i pacchi e chi spazza le foglie davanti all'ingresso dopo un improvviso acquazzone. La scuola è la «casa» dei ragazzi di Roccabianca. Da tenere con cura: «Il segreto? Sicuramente tanto amore per il proprio paese - risponde la prof Allegri -. Sono tutti ragazzi vivaci e molto attivi. La passione nasce anche da un desiderio di riscatto per andare oltre: Roccabianca purtroppo per i giovani non offre molto e la scuola rappresenta un presidio. È anche per questo motivo che durante l'anno organizziamo tante attività pomeridiane con progetti costruttivi: non solo ore di recupero, ma anche scrittura, la coltivazione dell'orto, musica per offrire una motivazione a ogni studente. Attività che hanno fatto sì che la scuola sia vissuta come un ambiente caro a tutti: un bene da tutelare».

L'applauso va a questi prof: Adele Ponzio e Lorena Guido di Matematica, Eliana Gentile di Inglese, Lorenza Morgante e Michela Romano di Francese, Vanessa Passalacqua di Tecnologia, Cristian Vidon di Arte e Immagine, Francesca Bertoni e Massimo Consigli di Educazione fisica, le altre insegnanti di Lettere Hilary Bertoncini e Loretta Liberato e il prof di religione Luigi Di Schiena. Più il sostegno.

«Nonostante gli ottimi rapporti con l'amministrazione comunale - precisa il preside Francesco Camattini -, il Comune ha una sofferenza finanziaria nota a tutti e quindi la scuola deve contare sulle proprie risorse e sul territorio: donazioni di Avis, di altre associazioni sensibili ai temi dell'educazione e donazioni di privati, come di recente per le attrezzature sportive. Di fronte a questa situazione gli insegnanti si sono auto-organizzati rinunciando alle loro ore libere per impiegare il tempo a progetti a piccoli gruppi allo scopo di portare una migliore socialità tra i ragazzi e un ambiente didattico più favorevole all'apprendimento».

Una scuola media attenta al passato, ma che sa guardare al futuro: in poche parole «diversamente giovane». Che pur essendo della terza età non fa fatica a collegarsi con i computer di ogni classe e ad accendere le lavagne interattive. La tecnologia non manca tra queste pareti storiche che hanno assorbito le risate e i pianti di migliaia di studenti, in 80 anni di vita.

Mara Varoli

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