×
×
☰ MENU

L'attacco dello squalo

Matteo abbraccia papà Michele: «Niente pianti». Il sindaco Guerra: «La raccolta fondi? Una lezione di vita per tutti»

Matteo abbraccia papà Michele: «Niente pianti». Il sindaco Guerra: «La raccolta fondi? Una lezione di vita per tutti»

di Mara Varoli

15 Dicembre 2023, 03:01

«Papà niente pianti. Sorridi». Non molla Matteo e quando il padre Michele l'altra sera è arrivato all'ospedale di Brisbane ancora una volta è lui a dare coraggio agli altri: «Papà, porta fuori tutti i miei amici a mangiare una pizza». Sì, tutti quelli che in poco tempo lui ha conosciuto in Australia e che da diverse parti lo hanno raggiunto all'ospedale, dopo aver saputo del terribile incidente.

La terza operazione

Michele Mariotti con la sorella Giovanna alloggia in un appartamento di un hotel non distante dall'ospedale, per stare sempre accanto al figlio Matteo. Oggi infatti ci sarà una terza operazione e l'apprensione è sempre tanta: «Nonostante tutto quello che gli è capitato e nonostante gli interventi chirurgici e i farmaci, Matteo è in forma - rassicura al telefono papà Michele -. Reagisce bene a tutte le cure: è molto forte. Appena sono arrivato mi ha voluto raccontare nei dettagli quello che era successo. Ma la cosa che mi ha colpito è che non si è tanto soffermato su di lui, ma per il suo innato altruismo ha pensato a quelle ragazze che erano in acqua con lui: "Per fortuna lo squalo non ha preso loro: potevano morire". Si è sfogato, ma si preoccupa di chi gli è accanto».

L'eroe Tommaso

E Tommy? È sempre lì. L'«eroe» di Matteo, l'amico che gli ha salvato la vita tenendogli la gamba stretta per fermare l'emorragia e chiamando i soccorsi, mentre lo teneva sempre sveglio, non lo abbandona mai, nemmeno ora. Tommaso Agosti, 27 anni di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, è diventato amico di Matteo al primo incontro: «Dopo aver lavorato per quattro anni in un ospedale in Italia, mi sono detto: "la vita è lunga, perché non prendermi un periodo all'estero?" e così ho scelto l'Australia - racconta Tommaso, infermiere e istruttore subacqueo -. E il settembre scorso sono partito. Io e Matteo ci siamo conosciuti nel Nord dell'Australia in un ostello e c'è stata subito chimica. Così una mattina è venuto da me e mi ha detto: "Sono stanco di lavorare, cosa dici se partiamo insieme?" E io gli ho risposto: "Certo", non vedevo l'ora di fare una vacanza». E così scendendo lungo la costa siamo arrivati alla spiaggia 1770, in quel venerdì da paura: «Non è proprio una spiaggia, ma una baietta tra l'altro vicino a un parcheggio - continua Tommaso -. E non ho visto cartelli di divieto per fare il bagno, ma in Australia la natura vince su tutto. C'erano delle ragazze in spiaggia, che mi hanno aiutato a soccorrere Matteo».

La promessa

Anche Tommaso è stanco di parlare di quel tragico attacco dello squalo: lo capiamo molto bene. Ma prima o poi Tommaso dovrà ripartire per tornare in Italia: «Ho già promesso a Matteo che anche con la mia famiglia lo andrò a trovare a Monchio, anche per conoscere i suoi grandi amici. E di questo non vedo l'ora - conclude Tommaso -. Matteo è davvero un ragazzo molto forte e da questa perdita potrà essere di grande ispirazione per gli altri: potrà avere una vita incredibile e fare cose incredibili».

Mara Varoli

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI