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Il mediano del Felino

Le 500 partite nei dilettanti di Filippo Pioli: «Ci sono arrivato presto, Zio Stefano è il mio idolo»

Le 500 partite nei dilettanti di Filippo Pioli: «Ci sono arrivato presto, Zio Stefano è il mio idolo»

27 Marzo 2024, 03:01

È il nipote di Stefano Pioli, attuale trainer del Milan, figlio del fratello di Stefano, Leonardo, allenatore conosciutissimo le calcio parmigiano, nonché genero di Giuseppe Carpi, storico ds di svariate società della nostra zona tra Parma e Reggio. Filippo Pioli, classe ‘89, mediano di qualità del Felino, domenica ha giocato la sua partita numero 500 nei dilettanti.

Cosa si prova ad aver giocato così tante partite?

«Sono molto grato e mi sento molto fortunato. Ho avuto tanti allenatori che mi hanno sempre visto bene e sono stato bene fisicamente quasi sempre. Sono un ‘89 e considerando i due anni di Covid alle 500 presenze credo di esserci arrivato presto, è un bel traguardo».

Era un ragazzo sui cui i professionisti avevano puntato gli occhi. Dalla Juventus Club alle giovanili del Modena, poi però si è fermato nei dilettanti. Perché non è riuscito nel grande salto?

«Difficile dirlo. Probabilmente era giusto così: questa doveva essere la mia strada. E francamente non potevo essere più felice. Sono davvero contento di come è andata».

Suo padre Leonardo è un allenatore conosciutissimo mentre suo zio Stefano ancora di più? È stato un vantaggio portare il loro cognome? Quanto ha imparato da loro e quanto di loro, soprattutto di Stefano, c’è in lei come giocatore?

«C’è tutto di loro in me. Il mio cognome è una grande forza, ma nello stesso tempo mi sento un ragazzo normale, uguale a tutti gli altri. La mia famiglia è sempre con me e sia mio padre che mio zio mi hanno riempito di consigli. Mio padre addirittura mi ha allenato, quindi mi ha insegnato direttamente, sul campo, mentre mio zio Stefano è la mia ispirazione da sempre. Lui lo sa che è il mio idolo».

Con suo padre in panchina e Giuseppe Carpi ds, papà di sua moglie Federica, nel 2010 hai vinto il campionato di Promozione col Salso. Poi si è ripetuto a Brescello e ha continuato a vincere a Bibbiano e alla Piccardo. Che ricordi ha di quegli anni?

«A Salso ho conosciuto mia moglie. Le gioie condivise con la famiglia sono sempre più belle. Ma al mio fianco non ci sono stati solo loro: mia mamma, mio fratello e la mia stupenda nonna mi hanno sempre seguito e sostenuto. E ovviamente la mia meravigliosa moglie che è sempre la mia energia».

Gioca mediano davanti alla difesa. Cosa vorrebbe avere di suo zio Stefano, a livello di caratteristiche, anche se lui era un eccellente centrale difensivo?

«Beh, mio zio Stefano non l’ho mai visto giocare. Però sicuramente il suo carisma e la sua intelligenza tattica mi avrebbero fatto comodo. Di certo non i suoi gol visto che ne ho fatti molti di più io (e ride ndr)».

Quando giocava a Bibbiano io ero sugli spalti a fare la cronaca della gara e vidi appoggiato nell’angolo alto della tribuna proprio suo zio Stefano, che la seguiva. Tra voi c’è sempre stato un rapporto speciale?

«Sì, mio zio per me è famiglia e tra me e lui c’è sempre stato un rapporto».

Altre tappe: Carignano, Noceto e ora Felino. La sua dimensione è la Promozione?

«A dire il vero ho vinto anche alla Fidentina. Comunque non lo so e francamente non mi interessa. Io sono dove devo essere, ma per essere più preciso ritengo che la Promozione sia il mio habitat, almeno in questo momento».

Visto che lo conosce bene, come finirà questo girone per le squadre parmensi: Felino, Futura, Carignano, Noceto, Cervo e Sala?

«Non saprei. Restano ancora parecchi punti. Mi auguro che il Felino possa divertirsi da qui alla fine e le altre parmigiane riescano nei loro rispettivi obbiettivi. Sono sincero: so poco sulle altre squadre e guardo poco la classifica. Una cosa è certa: non è stato un campionato facile per nessuno. Comunque ringrazio la mia squadra e tutti i giocatori con cui ho condiviso queste 500 partite nella mia carriera. Ringrazio i miei avversari che credo, a modo loro, mi rispettino e senza i quali non avrei avuto gli stimoli per arrivare fino a questo traguardo e ringrazio la mia famiglia alla quale dedico col cuore questo risultato».

Lorenzo Chierici

© Riproduzione riservata

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