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Fidenza

Amigoni: «Ci attendono sfide nuove e progetti da concludere»

Amigoni: «Ci attendono sfide nuove e progetti da concludere»

di Nicola De Ieso

04 Luglio 2024, 03:01

La giunta Malvisi parte con due conferme importanti. Da una parte la professoressa Maria Pia Bariggi, che indosserà la fascia tricolore di vicesindaco; dall’altra Franco Amigoni, che dovrà gestire cinque deleghe.

Lascia la delega al commercio, su cui si sono concentrate le polemiche sul centro storico. Qual è la sua eredità?
«C’è chi dice che la delega al commercio sia una delega a perdere, su cui è difficilissimo trovare una convergenza. Non lo credo, ma sono consapevole di quanto l’attività commerciale sia il termometro dei cambiamenti. Non io, ma tutti insieme, abbiamo fatto tantissimo per il commercio: dai grandi eventi come Borgofood con migliaia di presenze, alle Botteghe storiche, una rete che non esisteva. I dati di Confcommercio ci dicono che i locali sfitti a Fidenza sono sotto la media regionale e del capoluogo. Sono sicuro che la delega sia in ottime mani con Maria Pia».

Perché avete scelto di raccordare, sotto un’unica competenza, ambiente, pianificazione territoriale, rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile?
«Siamo convinti che la pianificazione vada oltre il concetto tradizionale di urbanistica. Per questa ragione abbiamo creato la delega alle “Politiche del territorio”, che mette insieme tutte le scelte che incidono sui tre pilastri della pianificazione: ambiente, società, economia. Di sfide nuove ne avremo molte, ma intanto ci sono da portare a compimento progetti in essere di straordinaria importanza. Tra i primi, le bonifiche dell’area nei pressi della ferrovia, dove restituiremo a breve alla città 15 ettari di terreno. Poi c’è da lavorare sulla mobilità urbana, sulla qualità dell’aria, sul vivere in maniera nuova la città. Dovremo affrontare a breve la stesura del nuovo piano urbanistico. Lo faremo puntando sulla riduzione dell’inquinamento e del consumo di suolo».

Dovrà occuparsi anche di innovazione, con tre transizioni da guidare: energetica, digitale ed ecologica.
«Sono tre sfide che vanno avanti insieme. La transizione energetica è la novità più recente. Intanto, possiamo contare su uno dei migliori progetti per la comunità energetica, con esperti nazionali. L’auspicio è arrivare, nei prossimi dieci anni, ad una totale autonomia energetica comunale. Sulla transizione digitale continueremo a rafforzare Digital farm».

Dovrà occuparsi anche di processi partecipativi, sussidiarietà e politiche occupazionali. Come si conciliano?
«Il metodo della partecipazione e della cittadinanza attiva è la base del nostro programma. Ci lavoro dal 2015. Sappiamo che non basta più la cittadinanza attiva, ma formare funzionari e amministratori su questo tema. Abbiamo realizzato importanti processi partecipativi, come per la scuola Ongaro, finanziata con 12 milioni di euro. Ma c’è una crisi della democrazia, che possiamo affrontare a livello locale consentendo ai cittadini una partecipazione attiva nella gestione dei beni comuni, anche con l’affidamento di piccoli pezzi. Questo si può tradurre in azioni concrete, come la valorizzazione del verde pubblico e dei terreni, creando occasioni concrete di rigenerazione urbana. È il tema della sussidiarietà. Ci dobbiamo arrivare, come ha fatto Bologna, che ha creato ‘l’ufficio di immaginazione civica’, per favorire il coinvolgimento diretto dei cittadini. Non è importante la crescita demografica delle città, ma della qualità della vita. Dobbiamo immaginare spazi, funzioni e servizi sempre migliori».

Nicola De Ieso

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