Parla l'uomo rapinato davanti al Regio l'altra notte
«Stavo tornando a casa dopo una festa con gli amici. E' vero, era tardi, ma ero nel cuore del centro e così ero tranquillo, non mi aspettavo certo quello che è accaduto».
Chi parla è il parmigiano di 29 anni aggredito davanti al Regio sabato scorso da un tale che lo ha assalito per strappargli la borsa che portava in spalla. E' finita bene: una guardia giurata di passaggio ha visto l'accaduto ed è intervenuta. I carabinieri hanno fatto il resto. Ma a pensare ad una rapina compiuta in pieno centro, e in modo così sfrontato, molti sono rimasti senza parole.
«Io stesso non avrei mai pensato ad una cosa del genere - prosegue la vittima che abita a qualche centinaio di metri di distanza. E che riflettendoci adesso ammette che, in fondo, è andata bene. «Potevo farmi male».
Il rapinatore, un 40enne marocchino già noto alle forze dell'ordine per reati simili, all'inizio ha simulato tranquillità, ha finto solo di essere il solito questuante che non demorde. «Mi si è avvicinato chiedendo degli spiccioli. In quel momento non mi è apparso pericoloso o sotto l'effetto di sostanze. Ma è stato tutto molto rapido».
Tanto che dopo la prima frase («dai, dammi dei soldi») il rapinatore non ha più parlato. Solo ha usato la forza. «Mi ha afferrato violentemente, non ho potuto fare altro che provare a reagire». Poi, dopo una pausa. «Per fortuna è arrivato subito quella guardia giurata».
Un vigilante che era a poche decine di metri e di cui il rapinatore non si è assolutamente curato, come se pensasse che nessuno si sarebbe intromesso. «L'arrivo della guardia è stato provvidenziale, quello ha mollato la presa ed è fuggito». E subito sono partite le telefonate al 112. «Poco dopo sono arrivati i carabinieri che lo hanno bloccato rapidamente e hanno portato anche me in caserma». Occorreva fare la denuncia, ricostruire l'accaduto di fronte ai militari. «Quindi, dopo un po', sono tornato a casa, quel tale non l'ho più visto». Ma resta in sottofondo un pensiero. «Ha aggredito me e la guardia è stata rapidissima. Ma se al mio posto ci fosse stata una donna come poteva finire?». Una domanda senza risposta mentre l'aggressione finisce archiviata in un brutto ricordo, riassunto in una denuncia. Soprattutto perché il 29enne non vuole farsi condizionare? «Se ci ripenso? No, non voglio farmi influenzare da quello che è successo. Io continuo a pensare che le forze dell'ordine facciano un buon lavoro in città. Certo vorrei che queste cose che a Parma succedono sempre più di frequente finissero». Per lui che vuole continuare a camminare tranquillo. E anche per tutti noi.
Luca Pelagatti
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata