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Gli allenatori dei dilettanti

Matteo Volpi: «Le qualità di un buon tecnico: empatia, trasparenza, autorevolezza»

Matteo Volpi: «Le qualità di un buon tecnico: empatia, trasparenza, autorevolezza»

di Remo Gandolfi

19 Marzo 2025, 03:01

Per chi segue le vicende del Parma Calcio quello di Matteo Volpi è un nome conosciuto. Frequente presenza come opinionista sulla tv locale si sa distinguere per la pacatezza, l’equilibrio e la competenza con cui espone il suo “credo” calcistico. Tutto questo viene però da tanti anni di esperienza “sul campo” come allenatore di squadre giovanili e di categoria.

Dopo gli esordi come “secondo” nel Traversetolo, arrivano in sequenza incarichi come “mister” alla Nevianese, nei settori giovanili di Traversetolo, Langhiranese, Audace (tante giovanili e poi in prima squadra) fino alla strepitosa “cavalcata” con l’Asd Team Traversetolo dalla Seconda Categoria alla Promozione di pochissimi anni fa. Ripercorriamo con lui i momenti salienti della sua carriera di “mister”.

1 L’allenatore più bravo avuto nella sua carriera di calciatore?

«Da ogni allenatore ho sempre cercato di prendere qualcosa anche magari quello da non fare e quelli che mi hanno insegnato di più sono stati sicuramente mio padre, Petruzzi, Negrisolo e Vittorio Bazzarini».

2 Quando ha iniziato a pensare di voler fare l’allenatore?

«In realtà è nato tutto per caso, a 26 anni ho dovuto smettere con il calcio giocato per problemi alle ginocchia e una sera andai a vedere un allenamento del Traversetolo dove giocava mio fratello, abitavo a 100 m dal campo, l’allenatore era Vittorio Bazzarini che era senza il secondo ed i dirigenti di allora mi chiesero se avevo voglia di dargli una mano e da lì è cominciato tutto (e vincemmo la Coppa Emilia con relativa promozione), l’anno successivo mi chiamò un amico che adesso fa lo scrittore ad allenare la Nevianese in terza categoria a soli 27 anni».

3 Qual è la tua “filosofia” di gioco?

«La mia filosofia è quella di un calcio propositivo, all’attacco, fatto di entusiasmo e divertimento».

4 Quale consideri sia il suo maggior pregio da allenatore?

«Forse la gestione del gruppo e il dare un impronta di gioco alla squadra abbastanza riconoscibile».

5 Su quale aspetto invece deve ancora lavorare maggiormente?

«Sul saper giocare sugli avversari anche se va contro il mio modo di vedere il calcio».

6 Lo schema tattico preferito e utilizzato maggiormente?

«Ho sempre cercato di costruire le mie squadre con giocatori adatti a giocare il 4-3-3, in assoluto il mio sistema di gioco preferito».

7 La partita più bella giocata da una delle sue squadre?

«Ne ricordo diverse di quelle giocate con gli allievi regionali dell’Audace e la finale play off con il Team Traversetolo vinta contro la Casalese».

8 La squadra più forte mai affrontata in carriera?

«La Bobbiese e la Pontenurese qualche anno fa».

9 Il calciatore avversario che più l'ha impressionata tra quelli incontrati in carriera?

«Cazzamalli della Bobbiese».

10 Il risultato più importante ottenuto finora.

«Le due promozioni con il Team Traversetolo, la salvezza con l’ Audace di seconda categoria presa a novembre con soli due punti in classifica e la qualità del calcio proposto con gli Allievi regionali 96 dell’Audace senza dimenticare le finali provinciali con i giovanissimi della Langhiranese e con la juniores dell Audace».

11 Nel suo passato di allenatore qual è stata la più grande soddisfazione?

«Tantissime, sono stato fortunato, ma la cosa che più mi rende orgoglioso è l’affetto che mi dimostrano i miei ex giocatori dopo tanti anni e aver avuto la fiducia e la stima di un allenatore importante che voleva portarmi con lui in un esperienza all’estero che però non è andata in porto».

12 Quale invece la sua più grande delusione?

«Sono due. Nella stessa società ma a distanza di molti anni ... che preferisco però tenere per me»

13 Chi è l’allenatore avversario più bravo che ha incontrato nella sua carriera di mister?

«Moltissimi sono gli allenatori preparati nei dilettanti, due persone che stimo molto sono Luca Estasi e Tino Setti».

14 C’è un aneddoto curioso o divertente che le viene in mente?

«Si, con gli allievi regionali dell’Audace 96 (una squadra pazzesca) giocammo una partita di campionato a Bagnolo e vincemmo 9 a 0 giocando davvero un calcio bellissimo, sulle tribune c’era uno stage per un corso di procuratori sportivi e a fine partita si precipitarono tutti i corsisti davanti agli spogliatoi a chiedere i nominativi dei miei giocatori e anche il mio per averne le procure».

15 L’allenatore del passato da lei preferito?

«Johann Cruyff, Nevio Scala, Cesare Prandelli e Zdenek Zeman».

16 L’allenatore del presente da lei preferito?

«In assoluto e per distacco Pep Guardiola»

17 C’è una squadra che ambisce ad allenare tra quelle del calcio parmense?

«Il Parma Calcio vale?  A parte gli scherzi, una società dove si possa costruire qualcosa nel tempo e non mi dispiacerebbe tornare a lavorare con i giovani».

18 Qual è la dote principale che deve avere un allenatore?

«Empatia, trasparenza e autorevolezza».

19 Metta in ordine di importanza questi aspetti: comunicazione-gestione del gruppo-preparazione fisica-tattica e tecnica.

Sono tutti aspetti importanti e fondamentali allo stesso livello perché per ottenere risultati devono essere curati tutti i dettagli. Comunicazione-gestione del gruppo-preparazione fisica-tattica e tecnica.

20 Infine la formazione ideale con i migliori calciatori allenati in carriera finora. (con schema tattico annesso)?

«In 21 anni di carriera da allenatore ho avuto tantissimi bravi calciatori e mi sembra di fare un torto a ognuno di loro ma se devo buttarne giù undici dico, schierati con il 433: in porta: Grossi o Ghezzi; In difesa: Bondi Gallani (Sarzi) Lambertini (Valenti) Martinez; a centrocampo: Osio, Fava, Cuccu (Diemmi); in attacco: Orlandini, Bedotti (Rabitti), Nardi (Carpi). E tutti gli altri in panchina con me...».

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