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Fiera ornitologica: 7 denunciati per irregolarità, un arresto per furto. Ingente sequestro di volatili

26 Novembre 2018, 05:18

Irregolarità alla fiera ornitologica di Reggio Emilia: 7 persone sono state denunciate per la manomissione dei sigilli che contraddistinguono i volatili; sono sottoposti a sequestro penale 71 volatili, di cui 17 esotici. Sono state fatte anche 5 multe per un migliaio di euro. Sono stati registrati inoltre alcuni furti di denaro contante nei padiglioni della fiera: sono state raccolte 17 denunce a carico di ignoti, mentre un uomo di origini polacche è stato arrestato in flagrante. 

I reati contestati alle sette persone denunciate sono la contraffazione e l’uso abusivo di pubblici sigilli, l’illecita detenzione ed il commercio di avifauna protetta nonché l’acquisto di cose di sospetta provenienza. Tra le specie di volatili sequestrati ci sono il Cardellino (Carduelis carduelis), il Lucherino (Spinus spinus), il Passero solitario (Monticola solitarius), il Verzellino europeo (Serinus serinus), la Peppola (Fringilla montifringilla), l’Assiolo (Otus scops) e l’Usignolo giapponese (Leiothrix lutea).
Nelle attività di controllo degli ultimi anni, nell’ambito dell’evento fieristico suddetto, i carabinieri forestali hanno complessivamente sequestrato più di 400 specie di avifauna protetta per un valore commerciale di oltre 50 mila euro. Gran parte degli esemplari sequestrati, come precedentemente detto, risultavano muniti di anelli identificativi palesemente contraffatti per quanto riguarda le dimensioni, lo spessore, l’altezza ed il diametro esterno. Trattasi, pertanto, di animali illecitamente catturati in violazione della normativa posta a tutela degli stessi. Gli esemplari di Usignolo giapponese, specie inclusa nella normativa di attuazione della CITES (Convenzione internazionale sul commercio delle specie minacciate di estinzione), sono stati sequestrati in quanto venivano posti in commercio in assenza di documentazione attestante la legittima provenienza.
Gli esemplari di fauna autoctona sono stati affidati in custodia giudiziaria al centro di recupero “Il pettirosso” di Modena. A seguito delle valutazioni dei veterinari, si procederà, previa autorizzazione del Pubblico Ministero Dr.ssa Isabella Chiesi, titolare delle indagini, alla liberazione degli esemplari di fauna autoctona reintroducendoli in ambiente naturale idoneo alla loro sopravvivenza. Sette le persone denunciate, tra cui 5 italiani residenti in Comuni delle province di Ancona, Catania, Treviso e Latina nonché un greco ed un italiano residente nel Cantone svizzero di Berna.

UN WEEKEND DI CONTROLLI. Fra venerdì e domenica, i carabinieri forestali dell’Emilia-Romagna e del Veneto, coordinati dal Nucleo Investigativo del gruppo Carabinieri Forestali di Reggio Emilia, con la collaborazione di Lipu e Legambiente, hanno condotto numerose attività di controllo per la protezione della fauna autoctona ed esotica durante la fiera ornitologica di Reggio.
Si tratta di un evento di portata internazionale in cui convergono anche migliaia di allevatori di avifauna sia per l’esposizione e la premiazione dei migliori esemplari, sia per la compravendita dei volatili allevati. La campagna di controlli è stata pianificata d’intesa con i responsabili dell’ente organizzatore nell’ottica di garantire il corretto svolgimento delle attività promosse in fiera, finalizzate allo scambio ed al commercio legale di esemplari oggetto di allevamento e, come tali, tracciabili e singolarmente identificabili, attraverso i prescritti sistemi di marcatura mediante anelli inamovibili.

L'operazione consiste nell’apporre al metatarso dei piccoli nati in cattività un anello fornito dalla F.O.I. (Federazione Ornicoltori Italiana) o altre associazioni riconosciute alle quali l’allevatore deve essere iscritto. Per ogni singola specie è previsto un anello con un determinato diametro interno, affinché lo stesso possa essere apposto al metatarso esclusivamente entro i primi dieci giorni di vita, dopodiché risulterà impossibile inserirlo a seguito della crescita della zampetta.

L’attenzione dei Carabinieri Forestali si è dunque incentrata, in particolar modo, sulla rintracciabilità degli esemplari sottoposti a controllo e, quindi, sulla verifica degli anelli identificativi oltreché sulla documentazione attestante la provenienza degli stessi. Nelle fattispecie oggetto d’indagini, è stato accertato che gli esemplari in possesso degli indagati presentavano degli anelli visibilmente modificati o amovibili. Questa operazione, nota agli investigatori, consiste nell’allargare gli anelli in alluminio (F.O.I.), apporli al metatarso di soggetti adulti illegalmente catturati in natura per restringerli in seguito.

Queste operazioni vengono eseguite mediante l’utilizzo di un punzone di forma conica del diametro leggermente superiore a quello dell’anello, che serve ad allargarlo, di un barattolo di vasellina che serve da lubrificante della zampetta, e di una apposita pinza che serve per restringere l’anello appena inserito. Tra le caratteristiche costruttive di detti anelli vi sono quelle che rendono possibile la constatazione di segni di manomissione, come quelli effettivamente riscontrati negli anelli applicati all’avifauna sequestrata. La dimensione del diametro degli anelli da utilizzare per l’inanellamento degli uccelli risulta essenziale ai fini di garantirne l’effettiva inamovibilità; aumenti di pochi decimi di millimetro possono essere sufficienti per permettere il passaggio della zampa attraverso l’anello anche a crescita terminata.

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