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Confconsumatori, recuperati 150mila euro sottratti con le truffe bancarie digitali

Pillola miracolosa per la prostata ma è una truffa

11 Marzo 2025, 10:37

Confconsumatori traccia un bilancio positivo del secondo semestre di attività del nuovo servizio di tutela delle vittime di frodi bancarie digitali, attivato all’inizio del 2024. Grazie allo Sportello online, infatti, decine di consumatori truffati hanno ricevuto assistenza per il recupero delle somme sottratte dai loro conti correnti e carte di credito attraverso tecniche come il phishing o l’sms spoofing.
Nel secondo semestre 40 persone si sono rivolte allo Sportello online (nel primo erano state 30) con richieste di aiuto. In due casi le somme sono state immediatamente rimborsate dopo il reclamo, mentre in 32 casi sono stati attivati procedimenti arbitrali (oltre ai 19 del primo semestre) depositati dinanzi al’Arbitro bancario finanziario: tra questi, ben 15 si sono conclusi a favore del consumatori, una decina sono ancora pendenti, mentre in 7 casi l’arbitro si è espresso contro il consumatore.
Quanto ai 10 arbitrati pendenti del primo semestre, si sono conclusi con 4 vittorie, 3 accordi transativi positivi per il consumatore e 3 rigetti o pronunce di inammissibilità. In totale, il servizio di assistenza digitale ha recuperato, nel secondo semestre, finora oltre 80mila euro (complessivamente nel corso del 2024 si parla di 150mila euro).

Social hacking
È la nuova frontiera della truffa. «In questi casi - dichiara il presidente nazionale di Confconsumatori, Marco Festelli – i malviventi riescono ad accedere a informazioni riservatissime, tipo il saldo del conto corrente. Telefonando al cliente della banca, spacciandosi come funzionario dell’antifrode bancaria e segnalando un tentativo di truffa interno alla filiale, riescono a convincerlo a girare il saldo su altro conto corrente intestato a un sedicente funzionario del servizio antifrodi, facendo eseguire il bonifico direttamente allo sportello bancario e non online».
E' importante non cliccare mai sui link presenti all’interno di e-mail e messaggi sospetti (che, in molti casi, presentano loghi imprecisi o frasi sgrammaticate) e, soprattutto, non divulgare mai i propri codici di accesso ai servizi bancari, nemmeno a chi si spaccia per un rappresentante della banca. L’istituto di credito, infatti, non chiederà in nessun caso i nostri dati attraverso telefonate o sms. «Chi riceve telefonate dall'antifrode bancaria - annota Festelli -, anche se il sedicente funzionario sembra conoscere tutti i dati, compreso il nome del gestore della filiale, deve ricordare che la banca non chiederà mai di trasferire il denaro con bonifico intestato a un’altra persona».
Per maggiori informazioni e per ottenere supporto è possibile accedere allo Sportello online di Confconsumatori dedicato alle truffe digitali attraverso il link: www.confconsumatori.it/spiegaci-il-tuo-problema/.

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