LE CHICCHE DELLA NONNA
In Ungheria
durante un pranzo
pianse pensando
alle vittime della
rivoluzione del '56
repressa da Mosca
Il grande Egisto Corradi - che si scoprì giornalista alla “Gazzetta” per poi lavorare come reporter del “Corriere della Sera”- fu protagonista e narratore di fatti curiosi. Eccone due.
Nel 1951 Corradi, mentre si trovava in Congo, decise di incontrare Galifuru, la regina novantenne del popolo dei Bakete. Arrivò al suo villaggio portando in dono delle bottiglie di grappa e riuscì a farsi ricevere dalla sovrana. «Che cosa fa tutto il giorno?» le chiese, mescolando gestualità e francese. «Guardo le mie nipotine danzare. Una volta ero anch’io una ballerina famosa, fra il mio popolo» rispose lei. «Non potrebbe ballare, qui, per me?» osò Corradi. La regina si alzò, i tamburi presero a suonare e per un minuto, nelle movenze del ballo, il corpo dell’anziana tornò quello atletico della giovinezza. Corradi rimase al villaggio qualche giorno, conversando spesso con Galifuru. L’ultima sera gli si presentò uno dei nipotini della regina con sei uova. In un francese perfetto disse: «Queste te le manda mia nonna. Mi ha detto di domandarti se ti piacerebbe diventare il nostro re insieme a lei». Corradi, tra il commosso e lo spaventato, promise che l’indomani avrebbe dato una risposta; all’alba, piano piano, prese la via della foresta e non si fermò fino alla capitale Brazzaville.
Nel 1961 fu invitato in Ungheria dal partito comunista locale insieme ad altri giornalisti stranieri. Il reporter -che aveva assistito alla rivoluzione del ‘56 repressa da Mosca- accettò con ritrosia. A Budapest, durante un pranzo ufficiale, le parole di propaganda degli oratori gli fecero ricordare quanto aveva visto cinque anni prima: gli studenti incarcerati, i profughi che attraversavano le campagne abbandonando tutto e i bambini addormentati con il sonnifero dai genitori per evitare che, al passaggio della frontiera, strillassero. Così, seduto al tavolo e rischiando di farsi scoprire, Egisto Corradi pianse.
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