Maltrattamenti
Dieci anni di matrimonio. Una corsa in salita per Susanna (la chiameremo così), nonostante la gioia di due figli e l'appoggio costante dei genitori. La famiglia aveva continuato ad aiutarla, anche quando lui era senza lavoro e pareva non fare nulla per trovarne un altro, mentre lei cercava di far fronte a tutto con il suo stipendio. Inaffidabile, ma anche violento, soprattutto quando aveva troppo alcol in corpo. Accusato di maltrattamenti, lo scorso aprile era finito ai domiciliari, ma lo scorso mese era tornato libero pur dovendo rispettare il divieto di avvicinamento alla famiglia. E ieri, dopo aver cominciato un corso di recupero per uomini maltrattanti, ha patteggiato 1 anno, 6 mesi e 20 giorni.
La sua strada e quella di Susanna ormai si sono divaricate, ma già negli ultimi due anni la vita in famiglia era diventata uno stillicidio di abusi e sopraffazioni. A volte geloso, spesso solo insofferente a tutto ciò che Susanna dicesse o facesse, la insultava e la umiliava. Ma era capitato anche le mettesse le mani addosso: schiaffi e spintoni davanti ai figli, tutti e due ancora bambini. Una sera, quando Susanna si era «permessa» di commentare il caso di una donna che era stata violentata, le aveva dato un ceffone urlandole «tr...» davanti a uno dei figli.
Nemmeno i bambini erano uno scudo: c'erano anche loro quel giorno quando, dopo una discussione, lui le aveva rovesciato una tazza di caffè bollente sul viso. Aggressivo anche quando Susanna aveva impegni di lavoro, come quella sera in cui, dopo che i toni si erano fatti sempre più alti, aveva distrutto il suo computer, lanciato a terra il telefonino e poi l'aveva schiaffeggiata. Erano stati i suoi genitori, che abitano nell'appartamento al piano superiore, a chiamare i carabinieri, ma Susanna aveva minimizzato. Un anno e mezzo dopo ha messo da parte paure e incertezze. E ha raccontato la sua verità.
G.Az.
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