Inquinamento ambientale
Da una parte una discarica abusiva di oltre 900.000 tonnellate di scorie di acciaieria non trattate e di fusione che avrebbe compromesso e deteriorato le acque sotterranee, con valori limite di ferro e arsenico superati. Dall’altro i nove sospettati, uno parmigiano, e il loro tentativo di coprire tutto attraverso carte false da parte di funzionari dell’ente di controllo. Lo ipotizza un’inchiesta della Procura di Reggio Emilia, guidata da Calogero Gaetano Paci, e dei carabinieri del nucleo investigativo e del Nipaaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale) che vede indagate nove persone tra imprenditori, professionisti e funzionari pubblici, e un’azienda. Sono stati fatti perquisizioni e sequestri nelle sedi legali e unità locali di due società, oltre che in studi professionali. La presunta attività illecita di smaltimento di rifiuti e inquinamento ambientale durava dal 2016 in un’area del territorio del comune di Brescello. Il falso ideologico in atti pubblici è contestato a cinque dipendenti del servizio territoriale dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l’energia, che avrebbero attestato il falso in rapporti conclusivi di controllo, per ricondurre il superamento dei limiti di inquinamento alle caratteristiche geochimiche dei terreni e non alle condotte di smaltimento. Gli indagati hanno tra i 34 e gli 82 anni: oltre al parmigiano, sarebbero coinvolti altri sette residenti della basse reggiana e uno del Modenese.
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