Fornovo Taro
In merito alle polemiche relative seguite alla condanna per “abuso dei mezzi di correzione” ai danni della docente che nel Parmense, ha osato redarguire degli scolari che hanno attaccato feci ai muri della scuola, la Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza tiene a far notare che, come al solito, gli organi periferici e centrali del Ministero dell’Istruzione non hanno agito nelle opportune sedi legali per verificare se sussistesse la colpa in educando dei genitori degli alunni responsabili di tale incivile accadimento, l’unica cosa che hanno saputo fare è stata quella di prendersela con l’insegnante che essendo una dipendente si trova giocoforza in condizione di soggezione.
Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, rivolgendosi pubblicamente all’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, quale articolazione territoriale del Ministero dell’Istruzione, invita lo stesso a spiegare alla collettività perché i dirigenti scolastici che esso assegna agli Istituti non provvedono mai a questo tipo di procedura, quasi sempre la colpa di qualsivoglia accadimento è ascritta unicamente al docente.
In merito alla specifica vicenda facciamo notare che anche la pubblica accusa (pubblico Ministero Massimiliano Sicilia) dopo 4 anni di processo e numerose audizioni, comprese quelle dei minorenni, ha chiesto l’assoluzione della docente, fatto inusuale, ritenendo le testimonianze acquisite contrastanti e non sufficienti per arrivare a definire una responsabilità penale.
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