Il caso
Lo studio è un diritto, per bambini, ragazzi e adulti. Ma ancora una volta, per il secondo anno consecutivo i corsi serali sono a rischio. O almeno: «Per il momento sono garantite solo le quinte classi». E gli altri?
Sono oltre 600 gli iscritti ai corsi serali di Parma e provincia che rischiano di rimanere a casa, nonostante la volontà di rimettersi in gioco per trovare un lavoro con un diploma in mano e nonostante i tantissimi sacrifici. E dopo la protesta di studenti e docenti del 26 maggio a cui ha fatto seguito il comunicato dei sindacati, «Ripristinati i corsi serali. Garantito un servizio irrinunciabile. Per l'anno scolastico 2022-23 verrà garantita la continuità didattica dei corsi serali in essere, ripristinando sia in organico di diritto che di fatto i posti necessari...», mercoledì 20 luglio la protesta ritornerà in piazza Garibaldi alle 11: «La scuola serale non si tocca».
«La brutta notizia di questi giorni smentisce le certezze acquisite con il comunicato dei sindacati - ribadiscono i docenti dei corsi serali -. Da quello che sappiamo ad oggi sono garantite solo le classi quinte (terzo periodo didattico), per di più articolate, con la prospettiva di avere classi pollaio. Per le terze e le quarte (secondo periodo didattico) saranno forse assegnate ore ritagliandole nell'organico di fatto, di cui ancora non si sa nulla. Per il primo periodo didattico (seconda), che sarebbe molto utile per gli studenti senza crediti, non se ne parla nemmeno». Studenti che sono già iscritti e che hanno pagato persino una tassa. Ma forse questo è il problema minore: «A metà luglio purtroppo, e per il secondo anno consecutivo, le scuole serali vivono una situazione di grande incertezza - insistono i docenti -, davanti alla quale i docenti non sanno come rassicurare i propri studenti e gli studenti stessi sono combattuti fra l'attesa e la ricerca di soluzioni alternative, che comporterebbero però grandi disagi, come il trasferimento in altre città. Oltre a tutto questo, doveroso è sottolineare il crescente numero di iscrizioni, da due anni a questa parte, a testimonianza della necessità da parte di una popolazione sempre più numerosa di riprendere percorsi interrotti o intraprenderne di nuovi per conseguire il diploma. Ad oggi scuole come Itis e Giordani hanno già più di 100 iscritti, destinati a crescere almeno del 30% nei mesi di settembre e ottobre, come avviene da sempre nei corsi per adulti».
«Continuità didattica non assicurata, la giunta recuperi le risorse. Verrebbero avviati solo i corsi per la quinte e molti studenti sarebbero costretti a spostarsi a Piacenza o Reggio Emilia, con notevoli disagi - scrive Fabio Rainieri (Lega) in una interrogazione alla giunta -. Bisogna garantire la continuità didattica per i corsi serali delle classi terze e quarte negli istituti scolastici secondari di secondo grado in provincia di Parma». Il consigliere vuole conoscere i motivi per cui quei corsi «non sarebbero ancora stati garantiti e quali iniziative si intendano attuare affinché siano recuperate le risorse finanziarie necessarie sia per i corsi di terze e quarte sia per l’avvio di nuovi corsi serali». Nonostante le rassicurazioni dei sindacati sulla continuità didattica a studenti e docenti, «sarebbero giunte notizie che verrebbero garantite le sole classi quinte mentre non vi sarebbero risorse sufficienti da parte dell’Ufficio scolastico regionale e quello di ambito territoriale di Parma e Piacenza per garantire le classi terze e quarte». Il 20 giugno, l’assessore regionale alla Scuola «ha confermato che in quel momento risultavano autorizzati i corsi serali per le sole classi quinte» e che l’Ufficio scolastico regionale si sarebbe impegnato per garantire l’offerta didattica. Se non ci sono le risorse per garantire quelle classi, molti studenti interromperanno gli studi o dovranno iscriversi a Piacenza o Reggio Emilia, con disagi quotidiani per gli spostamenti. «A quanto pare in Emilia-Romagna il pericolo di soppressione delle classi serali terze e quarte sarebbe esclusivo per gli istituti secondari di secondo grado della provincia di Parma» e non c’è mai stato un accenno «alle risorse da assicurare per avviare nuovi corsi scolastici serali ma unicamente ad assicurare la continuità didattica per quelli già avviati» conclude Rainieri.
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