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Consiglio regionale

"Con Ru486 si abortisce e si tira lo sciacquone" , è bufera sulle parole di Priamo Bocchi - Video

In Emilia-Romagna insorgono Pd e Avs, 'bestialità offensive'

09 Luglio 2025, 12:03

«In Emilia-Romagna non c'è un problema per le donne che intendono abortire, con la pillola Ru 486 oggi l’Emilia-Romagna consente l’aborto a domicilio, si consente a una donna di abortire da sola nel bagno di casa, espellendo il feto e tirando lo sciacquone». Lo ha detto, dai banchi del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, il consigliere di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi, nell’ambito della discussione di una mozione sull'interruzione volontaria di gravidanza.
Parole che hanno sollevato la polemica, con durissime critiche alle sue parole da parte dei consiglieri di maggioranza, in particolare da Francesco Critelli (Pd) e Simona Larghetti (Avs), che ha definito le sue parole «bestialità offensive».
Bocchi non è nuovo all’utilizzo di espressioni che suscitano dibattito e polemiche in aula: nei mesi scorsi fu al centro delle contestazioni quando disse che in alcuni casi l’uomo è violento a causa della perdita di virilità. (ANSA).

 «Paragonare l’interruzione di gravidanza a un gesto da 'sciacquonè è una violenza verbale gravissima, una offesa alla dignità delle donne. Le parole del consigliere Bocchi sulla pillola RU486 sono un insulto vergognoso, disumano, indegno di chi ricopre un ruolo istituzionale. È evidente che la destra continua a usare il corpo delle donne come terreno di scontro ideologico, con cinismo e ignoranza». Lo dichiara la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent in merito all’intervento del consigliere di Fratelli d’Italia durante l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna in cui aveva detto che «si consente a una donna di abortire da sola nel bagno di casa, espellendo il feto e tirando lo sciacquone».
«La Regione non ha fatto altro che applicare le linee di indirizzo del Ministero della Salute. Chi attacca quella scelta attacca lo Stato e la scienza. Difendere il diritto all’aborto sicuro e consapevole è una battaglia di civiltà», conclude. (ANSA).

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