MARGHERITA PORTELLI
Un’ingenuità nel compilare un assegno potrebbe costarle 6mila euro. A.P., casalinga 48enne nata a Milano ma residente in provincia di Parma da oltre 14 anni, si è ritrovata in una situazione ai limiti dell’assurdo, ma che in realtà - ha scoperto - accomuna non pochi italiani.
«Qualche settimana fa ho staccato un assegno intestato a mio padre di 3mila euro, perché volevo acquistare la sua automobile - spiega la signora -. Il libretto non lo usavo dal 2006, in effetti negli ultimi tempi non capita molto spesso di utilizzare gli assegni, ma ho chiamato la mia banca per sapere se era ancora in corso di validità e mi è stato confermato che potevo usarlo senza problemi. Quando mio padre è andato a incassare l’assegno, lo sportellista a sua volta non gli ha comunicato nulla, ma qualche giorno fa la mia banca mi ha chiamata per dirmi che il mio assegno è stato segnalato al ministero dell'Economia e della Finanza e che con ogni probabilità ora mi arriverà un’oblazione da 6mila euro».
Gli assegni oltre i mille euro devono infatti riportare la clausola «non trasferibile», altrimenti le sanzioni sono salatissime. La donna ha utilizzato un blocchetto datato e quindi antecedente le nuove disposizioni antiriciclaggio e, non avendo apportato di suo pugno la dicitura obbligatoria, ora rischia grosso. Il riferimento è, in particolare, al decreto legge 231/2007, modificato nell’estate 2017 con l'entrata in vigore di sanzioni più severe il 4 luglio scorso. La norma prevede che, se per importi superiori ai mille euro viene utilizzato un assegno senza la dicitura «non trasferibile», la sanzione possa andare da 3mila a 50mila euro. Quando arriva la contestazione, indipendentemente dall’importo dell’assegno, il ministero propone l’oblazione (ovvero un mezzo di estinzione dell’illecito) che implica il pagamento di 6mila euro. «La cosa assurda è che la sanzione potrebbe arrivare da qui a un anno e mezzo, mentre dall’arrivo dell’oblazione - che solitamente impiega poche settimane ad arrivare - il cittadino ha sessanta giorni di tempo per pagare - sottolinea la signora -. Paradossalmente, quindi, uno dovrebbe pagare un’oblazione che è potenzialmente il doppio della sanzione in cui rischia di incorrere. Come se non bastasse, anche mio padre ora rischia di dover pagare 6mila euro, e alla fine la nostra famiglia riceverebbe una stangata di 12mila euro per una distrazione nell’utilizzo di un assegno. Io capisco che si tenti di contrastare il riciclaggio, ma se la legge non ammette ignoranza alcuna da parte del cittadino, perché gli addetti ai lavori sono i primi a non essere informati e le stesse banche non sanno come muoversi? E perché semplicemente non si mettono fuori corso questi libretti degli assegni datati?».
La donna è entrata in contatto con tanti cittadini italiani nella sua stessa situazione (anche grazie alla pagina Facebook «Maxi sanzione per assegno privo del non trasferibile»), persone che, in assoluta buona fede, hanno commesso un errore. «Sono cifre che possono toglierti il sonno la notte - conclude -. È una follia».
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