IL CUBO
Una platea curiosa ed attenta ha accolto calorosamente «Il pescatore di rinoceronti», la prima opera di Giovanni Donetti che indaga il complesso rapporto tra il protagonista, Ron Sanchez, e la vita che lo circonda.
Il libro è stato presentato ieri al Cubo, in un incontro mediato da Patrizia Ginepri. Ron scrive un intenso diario dove appunta tutti gli eventi e i pensieri della sua vita, avvenuti durante l’anno di stesura del suo primo romanzo. Nella sua esistenza si intrecciano l’amore, l’odio, i vizi, le amicizie e i tradimenti. Da queste continue contrapposizioni deriva anche il titolo particolarmente enigmatico.
«La scelta del titolo – spiega l’autore - deriva dalla contrapposizione tra possibile e impossibile. Ho inserito due elementi reali all’interno di un ambiente che rende impossibile la coesistenza. Volevo trovare un titolo particolare che riuscisse a spiazzare il lettore».Il libro è il frutto di un lungo progetto e per scriverlo Donetti ha preso ispirazione da tanti elementi che lo circondano o che ha vissuto.
Ha voluto intenzionalmente utilizzare un linguaggio efficace, diretto e privo di fronzoli, lasciando ampio spazio all’immaginazione del lettore.
«Ron è un personaggio intricato – afferma ‒ molto leopardiano: è uno sconfitto della vita che cerca tante soluzioni ai problemi senza riuscirci. È un personaggio estremamente introverso e poco empatico in alcune occasioni. È difficile per lui consolidare dei rapporti e la maggior parte dei suoi sogni vengono infranti».
Nella sua vita ricopre un ruolo fondamentale la famiglia, premurosa e assente al tempo stesso.
«La famiglia – prosegue - è un punto fermo per lui e nel suo diario viene citata molto spesso, ma sempre con un certo distacco. Non capisce se ha la necessità di averla nella sua vita o se, invece, preferisce stare da solo».
È particolarmente interessante anche l’ambientazione del libro. Ron Sanchez abita negli Stati Uniti, ma non a New York o a San Francisco come si legge in tanti libri. La sua cittadina è San Jose.
«Questo luogo – sostiene Donetti – lo rispecchia: è una città molto piccola, priva di punti di riferimento. È una città senza una rete ed è un capoluogo al di fuori di tutto». All’interno di questa città vive come un estraneo e molto spesso si lascia andare ai vizi che sono il sintomo di un malessere generale. Anche quando si presenta l’importante occasione di realizzare il suo sogno e pubblicare il romanzo a cui ha lavorato non riesce a coglierla in un primo momento, dando la priorità ai soldi. Ad un certo punto si trova costretto, però, a cambiare rotta.
«Il vero fulcro del libro – sostiene l’autore – è il cammino che Ron compie. Tutti gli errori commessi lo aiutano a crescere, riuscendo ad avere, alla fine, un riconoscimento. Ho cercato di lanciare un messaggio ben preciso con questo libro: le cose possono cambiare e la vita trova sempre la sua strada». Cambia, quindi, il suo modo di concepire la vita e la sua prospettiva. Il libro avrà un continuo e si scoprirà così l’evoluzione della vita di Ron e delle persone che lo circondano.
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