L'OTTAGONO
Continua a Bibbiano (Reggio Emilia), fino al 1° ottobre, la mostra "Renato Marino Mazzacurati, ora espressionista, ora realista, ora astratto". Negli spazi della galleria d'arte comunale L'Ottagono, in piazza Damiano Chiesa, sono esposte 17 opere provenienti dalla collezione presente nei Musei Civici di Reggio Emilia. La scelta del mese di settembre coincide con la ricorrenza del 54° anniversario dalla morte dell'artista.
La mostra è visitabile ogni sabato e domenica fino al 1° ottobre.
Orari: 10-12 e 16-18.
Renato Marino Mazzacurati
S. Venanzio di Galliera (BO) 22/7/1907 / Parma 18/9/1969 - Pittore, scultore, incisore. La sua prima formazione artistica avviene a Padova, al di fuori dell'ambito accademico, per poi continuare a Roma, nel 1926, dove frequenta la Scuola libera di Nudo di via Ripetta. Qui nella capitale conosce Mafai, Antonietta Raphael e soprattutto Scipione, inoltre diventa assistente di studio di Arturo Martini.
Nel 1930 è a Milano, dove frequenta quel gruppo di artisti, che fanno capo alla Galleria Il Milione, poi torna a Roma, dove fonda e finanzia la rivista "Fronte", della quale usciranno due soli numeri. Continua il suo infaticabile viaggiare tra sud e nord, lo troviamo anche a Parigi a studiare Picasso e Matisse, che lasceranno forti tracce sulla sua arte degli anni trenta. Durante questi continui spostamenti, si concede lunghi soggiorni a Gualtieri, nella casa del ramo paterno della famiglia, avendo modo di incontrare, conoscere, apprezzare gli artisti della bassa padana, in particolare Ligabue e Rovesti, che aiuterà materialmente, e che farà in seguito conoscere negli ambienti della Capitale. Nel '44, dopo la liberazione di Roma, divide lo studio, a Villa Massimo, con Leoncillo e Guttuso, coi quali partecipa alla storica mostra "Arte contro la barbarie", dove espongono anche Mafai, Turcato, Mirko e Franchina.
Nel dopoguerra aderisce al "Fronte nuovo delle Arti", del quale è fra i promotori e, nel 1948 e 1956 espone alla Biennale di Venezia. Mazzacurati non ha mai avuto tentennamenti a passare da espressionismo a realismo, ad astrattismo e, a chi lo accusava di eclettismo troppo disinvolto rispondeva: "... la cultura può essere eclettica, l'ignoranza mai". Un suo lascito generoso ai Musei di Reggio Emilia, arricchisce la Galleria Fontanesi.
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