mamiano
Più di trecento opere tra manifesti, riviste, spot, fotografie, cinema, video, gadget pubblicitari e persino le mitiche figurine Fiorucci, in un percorso inedito che attraversa mezzo secolo di trasformazioni dell’immaginario collettivo, con uno sguardo filologico e insieme poetico sulla storia della moda e della sua pubblicità, nel cruciale arco temporale che va dal secondo dopoguerra all’alba del nuovo millennio. Un viaggio attraverso cinquant'anni di costume e comunicazione, che hanno plasmato l'identità stessa del 'Made in Italy'.
È l’essenza della mostra 'Moda e pubblicità in Italia 1950-2000', che apre domani al pubblico 13 settembre è sarà visitabile fino al 14 dicembre nei locali della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo , che custodisce anche una delle più importanti collezioni d’arte di origine privata al mondo. Dal 1950 al 2000 lo stile italiano si lancia nel mondo.
Armani, Benetton, Dolce & Gabbana, Emilio Pucci, Fendi, Fiorucci, Gianfranco Ferré, Guarnera, Gucci, Marina Rinaldi, Max Mara, Moschino, Salvatore Ferragamo, Valentino, Versace, Coveri, Zegna, Walter Albini sono i protagonisti del Made in Italy di quegli anni. Gli scat ti dei grandi maestri della fotografia di moda - Giampaolo Barbieri, Giovanni Gastel, Alfa Castaldi, Maria Vittoria Backhaus - e le illustrazioni di René Gruau, Sepo, Erberto Carboni, Franco Grignani, Guido Crepax, Antonio Lopez, Lora Lamm, oltre al lavoro particolarissimo e destabilizzante di Oliviero Toscani, restituiscono un’estetica che è insieme racconto pubblicitario e ritratto di un’ep oca. La moda si conferma una macchina potente di comunicazione e si definisce sempre più come linguaggio e performance del corpo. L'esposizione racconta come la moda e la pubblicità, insieme, abbiano saputo attraversare i cambiamenti economici, sociali e culturali del Paese a generarne i mit i, gli stereotipi, la creatività, i desideri. Un’importante sezione della mostra è dedicata alla vision e di alcuni degli spot televisivi più iconici di quegli anni, entrati a far parte dell’immaginario collet tivo, e l’Archivio Storico Barilla ha messo a disposizione alcuni spettacolari caroselli con Mina (1965 -1970) con gli abiti disegnati da Piero Gherardi, costumista di Fellini, e da altri celebri couturier.
Guarda la videointervista al direttore scientifico Stefano Roffi.
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