EDITORIALE
Ci sono tanti modi di essere capitale. Per Parma il passo da capitale della cultura a capitale finanziaria è breve, tanto più che riannoda un discorso iniziato dieci anni fa quando Ignazio Visco tenne il suo primo discorso al Forex proprio qui, quando l'edizione 2012 fu ospitata alle Fiere: traballavamo per la crisi del debito sovrano allora, stiamo riemergendo da una crisi pandemica inedita oggi, ma molte cose sono cambiate in due lustri. L'economia e le banche, intanto, sono molto più ribuste, con maggior consapevolezza sul fronte dei conti pubblici da un lato e il mondo della finanza dall'altro che oggi è parte della soluzione del problema, non più la causa. E, stando a casa nostra, il player locale ha oggi la dimensione globale che fa di Crédit Agricole una delle prime banche europee e italiane e proprio nel Green Life - che odora già da anni di transizione ecologica e digitale - banchieri e operatori finanziari tastano il polso dell'economia e dei mercati in un momento particolarmente delicato nel prestigioso appuntamento annuale del Forex.
Usciamo tutti dal Green Life con tre indicazioni nette e precise da parte del Ceo dell'Agricole Giampiero Maioli (le tre chiavi che indica per la crescita delle banche - innovazione, capitale umano e sostenibilità - si possono declinare anche per il Paese) e con le note di ottimismo che il Governatore di Bankitalia, ieri particolarmente a suo agio e disteso, lancia alla platea: un rapporto debito-Pil che inizia a prendere la direzione giusta grazie alla crescita, la prospettiva di un'economia in ulteriore ripresa a primavera, la solidità del sistema del credito. Ce n'era bisogno, perché sui mercati incombe una tempesta perfetta proprio ora che sembra agli sgoccioli l'incubo Covid. In estrema sintesi, stanno confluendo tutte insieme tante, troppe criticità: la fine delle politiche espansive che parevano quasi divenute la normalità (ma non lo sono, ammonisce Visco), la crescita delle disuguaglianze economiche e sociali, le tensioni geopolitiche, ma soprattutto i rialzi delle materie prime, dell'energia e dell'inflazione. Nel momento in cui le due grandi rivoluzioni del millennio - la transizione ecologica e quella digitale - richiedono uno sforzo titanico e in Italia l'occasione del Pnrr è tanto ghiotta quanto ardua perché non ammette errori, i mercati stanno lottando contro variabili impreviste quanto meno nelle dimensioni, come dimostra il continuo aggiornamento sulla durata dell'inflazione e sulle stime di crescita. E ancora: i rialzi programmati dei tassi hanno già avuto forti ripercussioni sulle emissioni statali, riproponendo le asimmetrie nell'Eurozona e ampliando la forbice Btp-Bund, la fine delle moratorie pone vecchi interrogativi alle banche, l'inflazione sta spazzando i due lati dell'Atlantico e i costi dell'energia costringono i governi a interventi pesanti.
Dall'osservatorio privilegiato di Palazzo Koch, però, Visco riesce a restituire una lettura positiva che aiuterà senz'altro i mercati, ma nelle sue parole è impossibile non sottolineare i tanti «se» («se non si innescheranno spirali tra prezzi e salari», «se le aspettative resteranno saldamente ancorate all'obiettivo di inflazione della Bce», «se la politica di bilancio saprà garantire il graduale riequilibrio dei conti») che vanno letti con assoluta attenzione, soprattutto quando a braccio rievoca la crisi petrolifera del 1973.
Ma c'è qualche cosa di più. Sotto traccia Visco lancia tre messaggi decisivi: il primo è una lettura in controluce dell'emergenza del momento, l'inflazione. Il Governatore sottolinea le differenze tra gli Stati Uniti, dove i rincari sono figli soprattutto della domanda e dell'aumento dei salari, e l'Europa, dove l'inflazione ai livelli più elevati dall'avvio dell'unione monetaria nasce sul fronte dell'offerta e dei costi. E per la banca centrale diventa molto più difficile domare questo tipo di inflazione con la politica monetaria. Tanto che nel passaggio sui costi dell'energia Visco rimarca che è la politica quella che può agire con maggiore effetto. Il secondo stimolo è per l'Europa: come messo in luce anche dal presidente del Forex Massimo Mocio, all'Ue mancano ancora stampelle fondamentali, dal mercato unico dei capitali al terzo pilastro dell'unione bancaria (il meccanismo di assicurazione sui depositi) fino all'unione fiscale, a cui Visco fa allusione - non nominandola - quando cita i tanti gruppi italiani che hanno trasferito attività di gestione in altri Paesi dell'Ue per ragioni industriali, regolamentari, fiscali «o altre ragioni da investigare». Il terzo input, il più chiaro e deciso, è quasi ovvio: insistere sulle riforme strutturali per ottenere quella crescita economica che per il Governatore è l'unica chiave di uscita anche dal fardello del debito pubblico.
Per fare questo sarà cruciale l'attuazione del Pnrr, inteso come punto di incontro tra investimenti pubblici e privati con il sostegno del mondo del credito. Il futuro delle prossime generazioni si costruirà in quell'intreccio.
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