Emanuela Sangonelli muore a soli 55 anni

Basilicanova Si è spenta troppo presto, a soli 55 anni, Emanuela Sangonelli. La sua famiglia la ricorda come una donna «radiosa, e che sorrideva con tutta sé stessa». Con quel sorriso, Emanuela era in grado di comunicare tutta la sua positività. Ed è stata proprio quella straordinaria positività a permetterle di affrontare con serenità, senza mai perdere il suo sorriso, anche gli ultimi, durissimi anni.

«Cara Manu - è il ricordo della famiglia - sei stata, sei e sarai sempre nel cuore di molte persone. Nata in una piccola frazione sulle colline di Traversetolo, hai giocato con gioia con tuo fratello, Antonio, e con tutti i tuoi cugini. I genitori, i nonni e gli zii ti hanno amata senza confini, perché eri una bimba solare, paciosa e sorridente. Cresciuta, sei andata con la tua famiglia nella nuova casa a Basilicanova, e sei stata un’adolescente tranquilla e sorridente senza “grilli per la testa”. Nella tua vita è poi arrivato un secondo Antonio, il tuo futuro marito, che ha colpito il tuo essere giovane donna. Un brutto incidente lo ha reso bisognoso di conforto e di aiuto: tu ci sei stata, e hai sorriso per alleviare il peso. Antonio è guarito, e, mano nella mano, avete pronunciato il vostro Sì».

Il commosso ricordo della famiglia di Emanuela prosegue così: «Eri radiosa, e sorridevi con tutta te stessa. Durante il tuo viaggio hai avuto tanta compagnia, perché il tuo carattere e le tue azioni attiravano la gente come il miele le api. C’eri sempre per tutti. Il tuo cammino, però, è diventato una via Crucis. Sei stata condannata, la croce era pesantissima, ma non hai mai perso il tuo meraviglioso sorriso, sulle labbra e nello sguardo. Hai dato una lezione di vita, e un esempio da seguire. Tuo marito Antonio e tutti i tuoi cari ti hanno accompagnata con naturalezza, perché alleggerivi il peso della croce. Sei unica. Immensa ed eterna, Manu, continua a tenere vivo il tuo sorriso. Noi tutti guarderemo al cielo, e ti racconteremo la nostra strada che prosegue sul sentiero terreno».

Riccardo Zinelli