IL CASO
Aveva pensato al colpo di fortuna. Alle migliori congiunzioni astrali che gli avevano permesso di incontrare la donna della vita grazie a quell'annuncio trovato su un sito di incontri. Ma dopo qualche settimana le prime certezze hanno cominciato a sfaldarsi. La sua Gabriella (la chiameremo così) si è trasformata in una nemica: possessiva, sempre pronta a dare ordini e soprattutto a chiedere soldi. E lui, otto anni più di lei, parmigiano, per un paio di mesi si era lasciato intenerire: aveva sborsato soldi anche per la manutenzione di una tomba, che mai aveva visto. Lei gli aveva confessato che le difficoltà della vita l'avevano costretta per un periodo a fare la escort, e in quel momento lui aveva voluto crederle. Le aveva passato oltre 5.000 euro in tre mesi, fino a quando aveva deciso di chiamare i carabinieri per convincerla a uscire di casa. Accusata di stalking, l'ex grande amore - oggi 37enne, originaria di Lodi - ieri è stata condannata a 10 mesi dal giudice Magnelli (pena sospesa). Il pm Porta aveva chiesto 2 anni.
Dall'incontro sorprendente nel febbraio del 2018 al tribunale penale: sono passati più di cinque anni, ma la magia si era dissolta ben prima. Eppure, si erano trovati subito in sintonia quando erano usciti alcune volte a cena pochi giorni dopo la pubblicazione dell'annuncio. Gabriella era intrigante. E lui era affascinato dalla sua spigliatezza: sembrava così sicura di sé e allo stesso tempo dolce. Così, poco dopo, quando gli aveva raccontato che la sua famiglia aveva pesanti difficoltà economiche, lui le aveva proposto di trasferirsi a casa sua. E quando erano cominciate le prime richieste di soldi, gli era parso semplicemente giusto darle una mano. Doveva sostenere delle spese mediche, acquistare dei biglietti ferroviari, pagare un avvocato per un contenzioso legale che stava portando avanti: vero o falso che fosse, lui ci aveva creduto, e in un solo mese le aveva dato 1.500 euro.
Ma non bastava. E così lei aveva cominciato ad essere sempre più dura, quasi dispotica: pretendeva di conoscere ogni suo spostamento, chiamando o mandando messaggi ad amici e parenti per capire cosa facesse. Era arrivata anche a registrare con il telefonino alcune loro discussioni, in cui poi lei fingeva di essere aggredita: «Toglimi le mani di dosso, non mi toccare», si sentiva urlare.
Lui avrebbe dovuto sempre chinare la testa. «Voleva che fossi il suo zerbino», si legge nella denuncia. Finché aveva deciso di dirle addio. Ma lei aveva chiesto ancora soldi per andarsene. Aveva sborsato altri 3.900 euro, eppure non era bastato.
C'erano volute le divise per convincerla a uscire di casa. Così, la passione era esplosa ed evaporata in meno di tre mesi.
Georgia Azzali
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