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Era scappato in Campania per evitare il carcere

Violenza sessuale su una 13enne: preso il responsabile

Violenza sessuale su una 13enne: preso il responsabile

di Luca Pelagatti

07 Febbraio 2024, 03:01

Era scappato da Parma e si era rifugiato a Castel Volturno, in provincia di Caserta dove, nella numerosa comunità straniera, aveva trovato appoggi e aiuti per restare latitante.

Ma nascondersi per un po' è possibile, scomparire completamente no. E alla fine gli agenti della polizia di Stato sono arrivati nella casa dove abitava quel nigeriano 33enne che aveva un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Vista la condanna che gli pesa sulle spalle questa richiesta suona davvero stonata.

Sì, perché quell'immigrato deve scontare una pena di tre anni per il reato di violenza sessuale su una minorenne. Sarebbe abbastanza grave ed esecrabile: ma il dettaglio peggiore è che la ragazza aveva solo 13 anni.

Per ricostruire questa storia occorre tornare al 2015 quando l'uomo, che all'epoca aveva 24 anni, incontrò in giro per Parma quella ragazzina. Fu un incontro casuale in cui i due scambiarono qualche parola e, soprattutto, i contatti di Facebook. Tramite il social l'immigrato e la ragazzina iniziarono a chiacchierare e poi passarono alle telefonate: lui era gentile e simpatico, lei incuriosita e forse lusingata di essere corteggiata da quel giovane che arrivava da lontana.

Per questo iniziarono a vedersi: le prime volte al Parco Ducale poi in centro per una «vasca». E dopo l'ennesima passeggiata lui le propose qualcosa di diverso: «Ti va di vedere dove abito?».

Lei era davvero piccina, ingenua e non seppe dire di no. E accettò l'invito. In quella circostanza tra i due ci fu un rapporto sessuale che, questa fu la difesa, fu consensuale. Ma lui era maggiorenne, lei troppo piccola. E in questi casi la legge parla chiaro: si tratta di violenza.

Un caso isolato che forse non sarebbe mai venuto alla luce. Ma la ragazzina rimase incinta e lei, sconvolta, ritornò da lui per chiedere aiuto. Il nigeriano promise di trovare un farmaco per procurarle un aborto e si fece anche consegnare dei soldi. Ma ormai la storia non si poteva più nascondere.

La madre della ragazza scoprì le condizioni della figlia e si presentò con lei alla caserma dei carabinieri sporgendo denuncia: i dettagli c'erano tutti e bastò ai militari seguire gli indizi per arrivare ad identificare l'immigrato. Abbiamo detto identificare, non fermare: l'uomo, capito di essere nei guai, infatti, si affrettò a sparire, facendo perdere le proprie tracce mentre il processo proseguiva. Alla fine arrivò una condanna a tre anni di reclusione. Lui però era lontano, forse in Puglia, forse altrove, ma comunque abbastanza distante da riuscire ad evitare le manette. Almeno fino alle scorse ore quando, come detto, i poliziotti, seguendo una traccia sottile, sono arrivati sino a lui. Adesso il nigeriano si trova in carcere e la vicenda potrebbe essere archiviata. Per la legge, s'intende. Quella storia per quella ragazzina ingenua, invece, probabilmente non si potrà mai cancellare. Lei se la porterà dietro per sempre: in questi casi, purtroppo, non esiste un fine pena.

Luca Pelagatti

© Riproduzione riservata

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