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TENTATA VIOLENZA SESSUALE

Molesta la nipote 17enne della sua compagna: condannato

Molesta la nipote 17enne della sua compagna: condannato

di Georgia Azzali

03 Giugno 2025, 03:01

Le parole dolci. E quegli apprezzamenti così inopportuni. Indesiderati. Ma lui era il convivente della zia, un uomo da cui non avrebbe dovuto temere nulla. Ne era convinta, Alessandra (la chiameremo così), 17 anni, almeno all'inizio di quella giornata, quando si erano ritrovati insieme ad altri parenti a casa della zia per stare in compagnia. Poi, tutto era cambiato in un attimo: la mano di lui che prende la sua e prova a portarla sui suoi genitali. Cerca, ma Alessandra fa resistenza e indietreggia. Accusato di tentata violenza sessuale aggravata, perché a danno di minore, l'uomo (41enne, origini sarde, ma da tempo residente a Parma), difeso dall'avvocata Claudia Pezzoni, è stato condannato a 1 anno e 6 mesi dal collegio presieduto da Alessandro Conti.

Già allora, nell'ottobre del 2022, c'era un clima pesante in quella famiglia. Una decina di giorni prima era arrivata la polizia: a chiamare il 113 era stata un'amica della zia, che quella sera si era ritrovata a casa della donna insieme alla figlia e al fidan zato della ragazza. Erano volati insulti e minacce, almeno così era stato riferito ai poliziotti. «Mi ha minacciato e poi ha anche insultato la mia amica, con cui non è mai andato d'accordo», aveva riferito la compagna dell'uomo.

C'era la possibilità di rivolgersi a un centro antiviolenza: i poliziotti avevano dato alla donna tutte le informazioni necessarie, ma lei aveva rifiutato dicendo che non si sentiva in pericolo.

Undici giorni dopo, però, sarebbe accaduto ben altro. Diverso lo scenario, diversa la «vittima», molto più grave ciò che sarebbe avvenuto, ma sempre lui il protagonista: quel convivente che spesso alzava il gomito e al ritorno a casa diventava sprezzante. Il 29 ottobre 2022, nel giardino di casa, l'uomo avrebbe avvicinato la nipote della compagna, tentando di portare la sua mano verso le sue parti intime per farsi toccare.

Fulmineo il gesto. E anche la reazione di Alessandra, che era sgusciata via. Eppure, nessuno aveva visto nulla, ha sottolineato la difesa dell'uomo durante il processo, nonostante la porta di casa che dava sul giardino fosse rimasta sempre aperta e le varie persone presenti quella sera continuassero ad entrare e uscire dall'appartamento. Inoltre, solo dopo alcuni giorni i familiari e la 17enne si erano rivolti alla polizia locale per raccontare quanto era successo quella sera e fare denuncia: un aspetto, secondo la difesa, che getterebbe qualche ombra sul racconto di Alessandra. Che però è stata anche sentita in incidente probatorio, nel gennaio del 2023, e a distanza di tre mesi ha ribadito le sue accuse. Gli istanti di quella sera fissati nella memoria: la mano che stringe la sua e cerca di portarla dove lei non vuole. Parole «cristallizzate» ed entrate di diritto nel fascicolo processuale, in modo che Alessandra non dovesse tornare a ripeterle in udienza. Parole a cui i giudici hanno creduto.

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