IL REPORT
Gli incassi per la tassa di soggiorno a Parma sarebbero in calo. Il condizionale è d'obbligo perché il report elaborato dal Centro studi enti locali incrociando i dati del Ministero delle Finanze, Banca d'Italia e Istat, offre un risultato di segno opposto rispetto a quello del bilancio comunale.
Secondo il report, il gettito legato alla tassa di soggiorno nel 2024 avrebbe fatto segnare un calo del 4 per cento rispetto all'anno precedente. Questi i dati: si sarebbe passati da un entrata di 2 milioni e 143 mila euro (2023) a 2 milioni e 55 mila euro (2024).
I dati approvati nel bilancio comunale sono però completamente diversi: nel 2024 l'entrata accertata ammonta a 1 milione e 982 mila euro, mentre nel 2023 si era fermata a 1 milione e 900 mila euro.
Difficile comprendere le ragioni di questa discrepanza, come sottolinea il vice sindaco Lorenzo Lavagetto. «Non posso che smentire quanto pubblicato dal report - dichiara -. I dati definitivi, messi a bilancio, non parlano di un calo, bensì di una crescita della tassa di soggiorno».
Una crescita che sta proseguendo anche in questo anno. «Quest'anno l'imposta è più alta - precisa Lavagetto - e i dati degli incassi, pur essendo a metà anno, sono già superiori rispetto a quelli del 2024. Si tratta quindi di un trend di crescita che ci conforta».
Stando al report, gli incassi dell'intera provincia avrebbero fatto segnare un -5 per cento. Un calo ben più contenuto rispetto alla vicina Reggio Emilia dove il gettito sarebbe in calo del 10 per cento.
Al primo posto ci sarebbe invece Firenze che è cresciuta ulteriormente rispetto agli anni precedenti, passando dai 45,5 milioni del 2022 ai 69,8 del 2023 e poi ancora, con un aumento del 10 per cento, ai 76,9 milioni del 2024. In seconda posizione Milano che accorcia le distanze rispetto alla città toscana e si porta - con un aumento di 14,4 milioni di euro (+23%) - a 76,5 milioni. Salda anche la terza posizione, sempre occupata da Venezia che ha però rallentato la corsa rispetto alle altre grandi città d’arte e ha chiuso con poco meno di 40 milioni di euro il 2024, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente.
Seguono: Trento con 29,7 milioni , Napoli con 19 milioni di euro (+9 per cento), Bologna con 15,4 milioni (+22 per cento), Rimini con 14,7 milioni (+28 per cento) e Torino con 10,3 milioni che si confrontano con i 9,8 dell’anno precedente.
Il comune più piccolo tra i colossi della «top ten» è Sorrento. Nonostante i suoi poco più che 15mila abitanti, la fama internazionale delle sue coste gli sono valse un tesoretto da 9,1 milioni di euro - con un balzo del 32 per cento rispetto al 2023 - e gli hanno consentito di superare anche Palermo che si è fermata a 8,7 milioni nonostante un aumento clamoroso rispetto al 2023, in cui aveva i pernottamenti dei turisti gli avevano portato in dote 4,8 milioni.
Significativo anche l’aumento registrato a Genova (da 5,1 a 7,3 milioni), Bolzano (da 961mila euro a 1,8 milioni), Taranto (da 143mila euro a 306mila) e Siracusa (da 1,3 milioni a 2,3). In controtendenza, tra le grandi città: Livorno (-17 per cento), Salerno (-10 per cento), Forlì (-8 per cento), Novara (-5 per cento) e Terni (-2 per cento).
Sebbene in aumento rispetto al passato (+379 in 5 anni), gli enti locali che hanno effettivamente istituito l’imposta di soggiorno sono una sparuta minoranza: nel 2024 sono stati 1.382, poco meno di un quarto rispetto ai 5.700 che sarebbero titolati a farlo. «Il grosso degli enti continua, dunque - spiega Veronica Potenza ricercatrice del Centro studi Enti Locali - elaborato la ricerca - a rinunciare a somme potenzialmente consistenti con la speranza di essere così più attrattivo per i turisti, accogliendo così le richieste da sempre avanzate dalle associazioni di categoria del settore».
Complessivamente, sono ancora i comuni dell’Italia settentrionale a fare la parte del leone quando si passa di incassi derivanti dall’imposta di soggiorno. Le strutture ricettive del nord Italia hanno raccolto oltre 450 milioni di euro, quasi il 60 per cento del totale, ma il Mezzogiorno sta recuperando terreno, trainato soprattutto dall’ottimo risultato soprattutto delle isole (+29 per cento).
In generale, gli incassi 2024 hanno superato quelli del 2023 nel 62 per cento dei comuni.
L.M.
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