Via Repubblica
Un nuovo spazio di incontro e crescita per i giovani, pensato per restituire alla comunità un luogo di dialogo e speranza, è stato inaugurato ieri.
Il nuovo oratorio dedicato a San Carlo Acutis è stato presentato alla comunità con una cerimonia di inaugurazione e benedizione che ha riempito la chiesa di Sant’Antonio di fedeli, famiglie e volontari. Dopo il momento in chiesa, la folla si è spostata nel rinnovato oratorio per scoprirne gli ambienti e condividere la gioia di un progetto nato dal desiderio di dare nuova vita a un luogo caro al quartiere. «Questo oratorio - spiega don Raffaele - sorge nell’ex convento di Sant’Antonio Abate. Il primo motivo che ci ha spinti a ricostruirlo è la profonda emergenza educativa che attraversa il nostro tempo. Vediamo crescere violenze, guerre, bullismo: viviamo davvero una fase di crisi. Ci addolorava vedere questo luogo ridotto in uno stato di abbandono». Un tempo, infatti, l’edificio era un punto di riferimento per le persone più fragili, che qui trovavano accoglienza e conforto.
«Nel corso degli anni - racconta monsignor Enrico Solmi, che ha presieduto la cerimonia - i poveri hanno trovato rifugio grazie al lavoro della Caritas. Con l’impegno di don Raffaele e di tanti volontari, gli è stata restituita una dignità abitativa. La parola chiave di questo progetto è stata sinergia: un lavoro condiviso che ha riportato alla luce un oratorio dal grande valore per il nostro presente e per il futuro». Il nuovo spazio, aperto e accogliente, sarà un punto d’incontro per la comunità e per le nuove generazioni. «Il nostro obiettivo - prosegue don Raffaele - è aprirci completamente, senza barriere. Ci siamo chiesti se l’oratorio avesse ancora senso oggi e abbiamo capito che lo ha più che mai. Questo luogo dovrà insegnarci a offrire la nostra vita al Signore, a dialogare con i giovani e a camminare insieme». La scelta di dedicare l’oratorio a San Carlo Acutis non è casuale. La sua reliquia, ora custodita nella chiesa di Sant’Antonio, rappresenta il segno di una fede giovane e autentica. Nato a Londra nel 1991, mostrò fin da bambino una profonda spiritualità e una speciale devozione all’Eucaristia. Appassionato di informatica, mise il suo talento al servizio della Chiesa realizzando un sito che raccoglieva i miracoli eucaristici nel mondo. Morì nel 2006, a quindici anni, a causa di una leucemia fulminante. È stato beatificato ad Assisi nel 2020. «La figura di Carlo Acutis - conclude monsignor Solmi - è un esempio luminoso: un ragazzo capace di vivere un’intimità profonda con il Signore, animato da carità e passione per l’informatica, desideroso di vita e pronto ad affrontare le domande più grandi e più difficili dell’esistenza, che gli si sono presentate a soli quindici anni».
Laura Ruggiero
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