Grande avventura
Questa è la storia di un’amicizia nata sui banchi di scuola al Liceo Marconi e cementata dalla comune passione per la pratica sportiva, che ha dato luogo ad un’impresa da raccontare. Simone Dotti, istruttore di scialpinismo del Cai che lavora presso un negozio di articoli da montagna in via Sartori, e Emanuele Arena, educatore presso la cooperativa Eidé, entrambi ventottenni, il primo di Parma e il secondo di Felino, con tanto coraggio, una buona dose di entusiasmo e un pizzico di giovanile incoscienza, hanno attraversato un bel pezzo di Europa in bicicletta, spingendo oltre 40 chili di peso ciascuno fra biciclette non certo ad alta tecnologia, tenda, ricambi, abiti: «A indurci ad una sfida che si presentava difficile – dicono Simone ed Emanuele – sono stati la voglia di avventura, il piacere di fare attività sportiva all’aria aperta, la scoperta di luoghi e civiltà in un modo inedito, e il gusto di scoprire il mondo insieme». A fine luglio hanno preso il treno per Trieste, poi è stato solo viaggio su due ruote, fino a Istanbul, con la forza delle gambe e l’entusiasmo della gioventù. Il 31 luglio sono partiti da Trieste in tre: loro due insieme a Paolo, fratello di Emanuele, che già sapeva di dover mollare l’impresa a metà per improrogabili problemi di studio.
Il viaggio verso Istanbul lungo la ciclovia Transdinarica, che attraversa la catena dei Balcani, è durato 40 giorni, 26 pigiando sui pedali e 14 di sosta. Simone ed Emanuele hanno percorso 2200 chilometri in bicicletta, con 26.000 metri di dislivello in salita e hanno toccato 10 Paesi: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania, Kosovo, Macedonia del Nord, Grecia e Turchia. «Uno dei nostri obiettivi – spiega Simone – era quello di conoscere le terre dei Paesi Balcanici. Per questo abbiamo programmato soste a Fiume (ora Rijeka), Sarajevo, Skopje e Salonicco. Ci ha colpito particolarmente la visita a Sarajevo, che porta ancora i segni della feroce guerra degli anni Novanta, e gli abitanti, che portano nel cuore quella tragedia, conservano il ricordo dell’arrivo della Pasta Barilla in tempo di carestia».
La tappa più impegnativa è stata quella dell’attraversamento della Macedonia del Nord, da Skopje per arrivare in Grecia a Salonicco, 250 chilometri di fatica pura viaggiando anche di notte, Simone con una bici gravel e Emanuele con la sua inseparabile bicicletta da cicloturismo: «Eravamo completamente autosufficienti – raccontano –: portavamo con noi acqua, tenda, sacchi a pelo, vestiti di ricambio e la chitarra, utilissimo strumento per socializzare superando le barriere linguistiche. In Montenegro e Albania abbiamo attraversato passi bellissimi, e ovunque abbiamo trovato gente ospitale. Il momento più difficile lo abbiamo vissuto in Grecia: in due giorni abbiamo bucato dieci volte. E abbiamo attraversato confini senza frontiere in Albania, Kosovo, Macedonia, incontrando solo raccoglitori di mirtilli. La nostra Cima Coppi è stata fra Kosovo e Macedonia a quota 2200 metri». Il 6 settembre, dopo i poco piacevoli incontri con tanti cani randagia sui monti, finalmente l’arrivo a Istanbul, dove i nostri eroi sono stati ospitati da un ciclista turco di nome Erdogan. «Ci abbiamo preso gusto – concludono - e coltiviamo già il sogno di pedalare sulla Pamir Highway, la seconda strada più alta del mondo, dalla Turchia al Kirghizistan, con vette che toccano i 5000 metri. Ma questa è una storia tutta da scrivere».
Antonio Bertoncini
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