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La querelle

Cesari replica su Casa Anzolla: «Non possiamo perdere 2 milioni»

Cesari replica su Casa Anzolla:  «Non possiamo perdere 2 milioni»

di Christian Marchi

08 Marzo 2022, 08:36

Sorbolo «Salviamo l’ex casa Anzolla grazie alla Casa della comunità, mettendola a disposizione della collettività con un’importante funzione sociosanitaria, conservandone le radici»: così il sindaco di Sorbolo Mezzani Nicola Cesari ha replicato a Officina Cineclub e al circolo Arci «Quadrifoglio», i quali, unendosi all’appello di Auser, si sono opposti alla demolizione e alla ricostruzione integrale dell’ex casa colonica, che il comune ha individuato come sede della nuova Casa della comunità.

«L’interesse collettivo – ha spiegato il primo cittadino – è ciò che deve guidare ogni azione amministrativa. Ecco il più grande motivo per consolidare i valori incarnati in casa Anzolla. Per fare questo occorre una vera valorizzazione dell’immobile, tuttora e da diversi anni inagibile. Intendiamo dunque proseguire con la realizzazione di quest’opera che finalmente si contestualizza in un tessuto sociale profondamente cambiato, proprio a partire dagli anni Ottanta quando, progressivamente, quel luogo è passato dall’essere periferia di Sorbolo a pieno centro del paese».

«Proviamo, ad esempio, a pensare - continua Cesari - se l’allora Centro civico non avesse intrapreso questo stesso percorso di ammodernamento e non fosse stato trasformato da fattoria in centro culturale, sociale e ricreativo. Le ragioni che spingono l’amministrazione in carica sono esattamente le stesse che spinsero quella di allora: rigenerare l’immobile, creare nuove funzioni pubbliche, preservandone i tratti architettonici e storici della casa contadina, nei cui ambienti circostanti, in questi anni, Auser si è impegnata a portare avanti preziose attività. Interventi di questa natura di demolizione e ricostruzione sono oggi al primo posto nell’agenda del Pnrr ed è per questo che la giunta non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire questa grande opportunità che va a vantaggio dell’intera comunità. I circa due milioni destinati a tale operazione, se questa non si concretizzasse, andrebbero perduti perché non si potrebbero destinare altrove. Non è un caso, infatti, se l’intero consiglio comunale si è espresso unanimemente a favore di questo intervento».

Cesari ha risposto inoltre a una sollecitazione dei firmatari del documento, che propongono di trasformare l’ex casa Anzolla in un museo sullo stile del Guatelli di Ozzano Taro: «A Coenzo - ha sottolineato – esiste già una magnifica Casa delle Contadinerie, gestita dalla parrocchia locale e recuperata mediante fondi di privati, proprio come il museo Guatelli. Andare a creare un’altra struttura dedicata alla memoria della civiltà contadina costituirebbe un “doppione” che rischierebbe di andare a offuscare l’importanza della struttura di Coenzo, che invece vogliamo valorizzare, insieme all’Anspi “Enzo Soncini”».
Conclude Nicola Cesari: «Non è il caso di farla diventare una contrapposizione in stile Peppone e Don Camillo. Il recupero dell’ex casa Anzolla non può che passare da una sua rigenerazione attraverso un impiego di pubblica utilità, che la inserisca 

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