Sorbolo
Sorbolo Cominciò a parole e finì a pugni e cinghiate. Per frasi che, stando almeno a chi poi dovette presentarsi al Pronto soccorso, sarebbero state tutt'altro che offensive. «Ciao, sei molto carina» avrebbe esordito uno dei «medicati», un 26enne italiano, all'indirizzo della barista di un locale di Sorbolo, verso l'ora di cena del 29 maggio 2021. «Grazie», avrebbe risposto lei, che poco dopo si sarebbe sentita chiedere se fosse fidanzata. Alla sua risposta affermativa, l'altro avrebbe ribattuto - sempre stando alla sua versione - con un «allora ciao, buona serata», imboccando l'uscita accompagnato dal cortese «anche a te» pronunciato dalla ragazza.
Altro che buona serata: difficile definirla così quella che si conclude in un ospedale. Al giovane bastò salire sulla propria auto davanti al bar, per veder comparire accanto a sé un coetaneo sconosciuto, dalla carnagione olivastra. Che fosse il fidanzato della barista, il ventiseienne l'avrebbe scoperto presto: e a proprie spese. Rispondere di aver fatto solo un complimento alla ragazza non sarebbe stato sufficiente a chiudere la questione: convinto di avere subito chissà quale torto, l'altro, inferocito, fece partire i primi cazzotti, centrando il «rivale» al volto, aggiungendo un morso a una spalla e uno a un pollice.
Per quanto fosse già troppo, a quanto pare non bastava. Nonostante i tentativi del titolare del bar di porre fine alla rissa, la tenzone continuò. E da «singolare» si fece di gruppo. Nella contesa furono coinvolti il fratello del fidanzato furioso e un amico del ventiseienne: fu quest'ultimo a fare le spese del secondo round. Nel vano tentativo di fare da paciere, venne a sua volta preso a cazzotti e poi a calci e cinghiate, una volta finito a terra. I due malmenati dovettero ricorrere alle cure dei medici, mentre i presunti aggressori - identificati dai carabinieri - finirono sul registro degli indagati. Uno si è reso irreperibile, mentre l'altro (il 27enne fidanzato della barista) è comparso ieri davanti al giudice Giuseppe Monaco. Il suo difensore, Giuseppe Caldarola, ha fatto leva sulla «difesa dell'onore della ragazza», sostenendo che le fossero stati rivolti pesanti apprezzamenti, mentre il pm Lino Vicini ha chiesto la condanna a 7 mesi di reclusione. Alla fine, il giovane è stato condannato a quattro mesi, con pena sospesa.
rob.lon.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da CMS Electric Motors Srl
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata