Dai titolari dei tre ristoranti Dai c'andom a Parma, Reggio e Modena
"Siamo ragazzi giovani proprietari di tre ristoranti emiliani, Reggio Emilia, Parma e Modena, vorremmo attirare l' attenzione sulla situazione, a dir poco tragica, della ricerca di lavoratori nell’ambito della ristorazione.
Tantissimi ristoranti di tutte le province, soprattutto dopo il lock down ma anche prima, lamentano carenza di personale, sia in sala che in cucina.
Non si riescono a trovare giovani motivati e pronti a rimboccarsi le maniche per imparare un mestiere, per assurdo nemmeno i ragazzi appena usciti dalla scuola alberghiera che hanno studiato 5 anni per fare questo lavoro.
Chi più di noi sa cosa comporta la scelta di un lavoro che è sicuramente fatto di sacrifici, non ci sono festività, sabati sera con gli amici, domeniche fuori porta, orari decisamente diversi da altri lavori considerati più “comodi”. Ma la scelta di una scuola alberghiera dovrebbe essere fatta con la consapevolezza di fare un lavoro che non ha orari da ufficio.
Se vi state chiedendo “il lavoro forse non è abbastanza retribuito, in fondo nessuno deve accettare di essere sottopagato”, beh a questa legittima domanda, possiamo rispondere che purtroppo non è mai stata una questione di stipendio, perché la professionalità e l’impegno sono sempre ben retribuiti e anzi abbiamo sempre premiato l’impegno che ognuno dei nostri collaboratori ha dimostrato, come noi, anche i nostri colleghi siamo sicuri abbiano sempre fatto altrettanto.
Non possiamo pensare che le nuove generazioni non abbiano spirito di sacrificio e voglia di imparare un mestiere, che oltre a tutti i sacrifici (che comunque ogni lavoro comporta) è ricco di soddisfazioni personali e professionali, vorremmo poter trasmettere tutta la nostra passione, far capire ai ragazzi che escono dalla scuola, che sicuramente si devono rimboccare le maniche e mettere tanto impegno nel lavoro che sceglieranno, ma fargli capire che le soddisfazioni e l’orgoglio di fare un mestiere che fa stare bene la gente, vedere i clienti uscire felici dal tuo locale sapendo che la tua professionalità e passione ha fatto la differenza, ripagherà tutti gli sforzi fatti.
Vogliamo porter credere che questi ragazzi saranno il nostro futuro e che possano fare come noi e ancora meglio, vogliamo porter sognare di portare avanti il nostro mestiere sapendo di poter contare su persone felici e orgogliose di imparare e crescere insieme a noi.
Cosa si può fare dunque?…non lo sappiamo, sinceramente dopo annunci da tutte le parti, mille colloqui con persone che si stupiscono di dover lavorare il sabato sera, ragazzi svogliati che pensano che tutto gli sia dovuto, colloqui con tutte le scuole per avere i contatti degli allievi appena usciti da scuola, telefonate con istituti professionali e privati, noi sinceramente non sappiamo più come fare.
Noi non vogliamo arrenderci e soprattutto non vogliamo perdere la fiducia nei giovani perché loro sono il nostro specchio, il nostro testimone.
Magari non servirà a nulla parlarne, magari molti potranno puntare il dito (come ultimamente si usa fare, soprattutto dietro una tastiera), magari si scateneranno dei dibattiti tutt’altro che costruttivi o magari chissà, forse si accenderà un piccolo riflettore su un problema che per noi “datori di lavoro” è questione di sopravvivenza.
Sì, sopravvivenza, non è una parola esagerata, perché dietro un ristorante o qualsiasi locale, ci sono famiglie intere, anni di sacrifici e impegno…quanti locali hanno fatto fatica a riaprire dopo il lock down quando l’unica speranza era quella di poter ricominciare a lavorare!?!
In questi giorni abbiamo contattato anche la sindaca di Cavriago per vedere se c'è qualche persona in arrivo dalla Ucraina che vuole venire a lavorare da noi. Chissà se da questa tragedia possa nascere qualcosa di buono per loro e per noi".
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata