Bilancio del primo anno
«Non abbiamo promesso i miracoli, ma abbiamo promesso l’impegno nella ricerca del lavoro». Ha compiuto un anno Colsper - Coro Lirico Sinfonico di Parma e dell’Emilia Romagna, realtà nata in tempo di pandemia, nel maggio 2021, grazie all’impegno di quattro amici che hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo: Silvia Zanardi, Marco Müller, Carlo Nicolini ed Elena D’Angelo hanno pensato a un progetto che andasse incontro ai problemi di giovani cantanti rimasti senza lavoro a causa dei lockdown. A distanza di un anno, Zanardi e Müller fanno il punto, raccontando difficoltà e soddisfazioni.
Come è nata l’idea?
«Durante i due lockdown, molti ragazzi ci hanno mandato messaggi spiegando le loro difficoltà e la necessità di ripiegare su altri lavori. Questo ci ha fatto chiedere se potessimo fare qualcosa per loro, mettendo in campo le nostre risorse e le nostre competenze. Il coro è così nato il 3 maggio del 2021, selezionato da una commissione composta da maestri di coro e direttori artistici: Stefano Visconti, Salvo Sgrò, Gea Garatti Ansini, Giovanni Farina, Corrado Casati e Gianni Tangucci. Abbiamo fatto tutto con le sole nostre forze: non abbiamo sponsor o istituzioni alle spalle, ma i ragazzi con il loro lavoro e la loro serietà si stanno affermando e le collaborazioni si rafforzano».
Quanti siete, quale l’età media ?
«Abbiamo fatto audizioni a un centinaio di persone, ne sono state scelte subito una quarantina e poi ci siamo ulteriormente ampliati. Oggi l’organico è di circa sessanta coristi, quasi tutti sotto i 45 anni, con l’eccezione di uno o due coristi per sezione di più lunga esperienza, che fanno da guida musicale e organizzativa».
Come avete scelto il nome?
«Abbiamo voluto omaggiare Parma, punto di riferimento per la coralità, e l’Emilia Romagna, che è il bacino da cui proviene la maggior parte dei nostri coristi. La nostra sede operativa è a Parma, quella amministrativa a Milano».
Quali sono stati i vostri impegni in questo primo anno di lavoro?
«Abbiamo preso parte a diverse produzioni, sia come coro che come aggiunti: “Musiques en Fête”, “Samson et Dalila” di Saint-Saëns, “L’elisir d’amore” al Teatro Antico di Orange, in Francia, in collaborazione con l’Opéra di Montecarlo; “Il Corsaro” di Verdi nell’Auditorium Ranieri III di Montecarlo; “Cenerentola” di Rossini a Rocca di Cento e alla Fondazione Teatro Coccia di Novara; “Rigoletto” al Teatro Duse di Bologna in collaborazione con l’Orchestra Senzaspine, realtà molto simile alla nostra…».
Avete partecipato anche a una sfilata di moda…
«Il nostro coro vuole sperimentarsi e confrontarsi con altri linguaggi. Siamo stati invitati dalla casa di moda Marni per la Settimana della moda di Milano, dove abbiamo cantato e sfilato con i loro modelli. È una performance che ha messo assieme due mondi che difficilmente si incontrano».
Quali le peculiarità del vostro coro?
«Non abbiamo un solo maestro del coro ma tanti: vogliamo misurarci con varie visioni e crescere, sperimentarci e in questo modo avere più opportunità di lavoro. Abbiamo però un maestro di riferimento che ha creduto in noi fin dall’inizio: Stefano Visconti, dell’Opéra di Montecarlo».
Progetti per il futuro?
«In settembre la ripresa di “Rigoletto” con l’Orchestra Senzaspine, a Milano e a Bologna. In ottobre e novembre “La damnation de Faust” di Berlioz con l’Opéra di Montecarlo e, a seguire, “Lakmé” e “Faust Symphony”. Nell’aprile del 2023 una piccola tournée in Emilia Romagna e Lombardia con un programma di cori verdiani». Per info: www.colspercoroparmaemiliaromagna.com.
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