Il nuovo prorettore vicario
Fabrizio Storti
Fabrizio Storti è prorettore vicario dell'Università di Parma. Un ruolo di prestigio: «Sono molto grato al nuovo rettore Paolo Martelli che ha dimostrato così tanta fiducia nei miei confronti - confessa il professor Storti -. Ci siamo conosciuti sei anni fa, in occasione dell’avvio del mandato di Paolo Andrei e da lì è maturato un rapporto di grande stima reciproca, rispetto e sincera amicizia. Affiancare e, quando necessario, sostituire il rettore è senza dubbio un compito di grande responsabilità perché avrò tutte le deleghe di firma e dovrò assicurare il massimo supporto operativo. Si tratterà di conoscere con grande competenza le regole di funzionamento di tutta la "macchina universitaria", per coadiuvare al meglio il rettore e il gruppo di governo nell’attuazione del programma di mandato. Quando ci si accinge ad iniziare un nuovo percorso, con simili responsabilità, un certo timore credo sia un inevitabile sintomo di consapevolezza, pur tuttavia sapendo di poter contare sulla grande esperienza del rettore, da cui trarre insegnamenti preziosi».
«La Terza missione comprende tutto il variegato mondo del trasferimento di conoscenza dall’università alla società e viceversa, nella consapevolezza che il rapporto sinergico tra accademia e tessuti produttivo e culturale costituisce il principale volano di innovazione e crescita territoriale. Nel precedente mandato, ho curato l’intero panorama della Terza missione, dalla brevettazione ai musei, dalla giustizia sociale agli scavi archeologici. Il nuovo incarico è focalizzato sulla parte di condivisione della conoscenza e rapporti con il territorio, mentre il trasferimento tecnologico e le relazioni con il mondo aziendale saranno in capo al prorettore che coordina la ricerca».
«Andrei mi ha affidato il compito di gestire la Terza missione, delega alquanto innovativa nel 2017, senza che avessimo avuto modo di conoscerci in precedenza. E’ stata una grande attestazione di fiducia che, assieme al costante supporto suo e di Paolo Martelli, mi hanno consentito di porre le basi per attuare quanto ci eravamo proposti di fare, di cui trovate riscontro nel rendiconto di mandato. Cito la messa a sistema delle relazioni di collaborazione con il tessuto produttivo tramite il tavolo Tacri, l’avvio di un programma organico di condivisione culturale mediante il programma "Facciamo Conoscenza", la valorizzazione del Sistema museale d’Ateneo e degli edifici storici di grande pregio che ospitano le collezioni, la crescita del Polo universitario penitenziario e il coordinamento delle azioni di giustizia sociale. Per gestire tutto questo è stata creata un’apposita area dirigenziale. Nel prossimo sessennio ripartiamo da queste solide basi, consapevoli che si può e si deve fare molto di più per svolgere pienamente un compito istituzionale che assume progressivamente sempre maggior rilievo nella missione complessiva affidata alle università. Ci sono tutti i presupposti per poter fare bene».
«L’esperienza e la profonda conoscenza della "macchina universitaria" maturata da Martelli gli ha consentito di elaborare un programma elettorale di grande ambizione, nel quale si affrontano sia le principali problematiche interne, relative al miglioramento delle modalità operative del personale docente, tecnico e amministrativo, all’offerta formativa e alla qualità del patrimonio immobiliare, sia le principali sfide verso l’esterno, per far fronte alle aspettative delle studentesse e studenti e del territorio. Come specificato dal rettore, il programma elettorale diventerà a breve Piano di mandato per il sessennio: le azioni da mettere in campo sono tutte ben delineate. Ribadisco tra tutte la rilevanza della "questione alloggi e accoglienza" per chi ripone fiducia nel nostro sistema formativo e viene a Parma da altre regioni e altre nazioni. E’ un tema molto complesso, che accomuna gran parte degli atenei italiani e che quindi deve essere affrontato a livello di "sistema territoriale", in piena sinergia con il Comune e con quelli limitrofi, assieme agli altri portatori di interessi, nell’ambito della convenzione "Parma Città Universitaria". Ho molta fiducia nella nuova organizzazione delle deleghe elaborata dal rettore, perché ci saranno tante nuove energie dedicate a ciascun ambito del progetto per il sessennio e questo ci consentirà di essere efficaci e concreti».
«La prima è favorire e incentivare l’accesso alla formazione a studentesse e studenti. La cultura è il valore aggiunto per eccellenza nella vita delle persone, a maggior ragione in un periodo così complesso come quello attuale, ricco di sfide tecnologiche impensabili fino a pochi anni fa. Per mantenere il tenore di vita a cui siamo abituati, dobbiamo far fronte ai problemi globali che ci stanno affliggendo, trasformandoli in nuove opportunità di innovazione, sviluppo e occupazione. Le tematiche associate allo sviluppo sostenibile devono pervadere l’offerta formativa, così come la capacità di conoscere e gestire nuovi strumenti oggi in rapida espansione, come l’intelligenza artificiale e i big data, ed il loro impatto anche in ambiti non tecnologici come la medicina e le discipline prettamente umanistiche quali la giurisprudenza, la letteratura e le arti in genere. Preparare le nostre studentesse e studenti ad un mondo del lavoro in rapidissima evoluzione tecnologica e culturale è di per se una sfida ardua, che non deve tuttavia prescindere dagli ambiti sociali, senza i quali la nostra società sarà fortemente iniqua e a forte rischio di destabilizzazione».
«Il nostro Ateneo ha già una dimensione internazionale, che deve essere consolidata e ulteriormente ampliata. Il consolidamento necessita dell’uso sistematico del bilinguismo, sia in tutte le strutture amministrative a contatto con gli studenti, sia negli insegnamenti didattici selezionati per l’offerta formativa internazionale. L’essere parte dell’alleanza europea Eu Green offre una grande opportunità per compiere un importante passo in avanti in questa direzione. L’ampliamento delle relazioni internazionali si persegue stabilendo in modo sistematico contatti con le sedi con le quali si intendono avviare collaborazioni formative e scientifiche. Per affrontare al meglio la sfida internazionale, la nuova squadra di governo, oltre ad un prorettore ed una prorettrice, include varie deleghe specifiche, distribuite su base geografica. Questa è una delle maggiori novità, con la quale ci aspettiamo di ottenere risultati di rilievo. Tuttavia, è importante avere la consapevolezza che le ambizioni di rilevanza internazionale di un ateneo diventano fattibili solo quando si coniugano con analoghe aspirazioni della città in cui si trova, che deve poter offrire una ricettività specifica e un contesto accogliente e attrattivo per la vita dei giovani ospiti».
«Nel sessennio appena concluso abbiamo consolidato rapporti molto proficui con il territorio. Penso al tavolo Tacri e al digital innovation hub Smile, all’Alleanza Carbon Neutrality: Parma e al Contratto Climatico Territoriale Parma 2030, al tavolo Tagso, alle numerose relazioni a livello provinciale e regionale. Ci sono quindi tutti i presupposti per proseguire un percorso sinergico e osmotico con il contesto territoriale in cui l’Ateneo è inserito, mantenendo l’apertura e disponibilità all’ascolto e alla collaborazione che ha caratterizzato il mandato di Paolo Andrei e, ogni qualvolta sarà possibile, mettendo a disposizione le competenze e le capacità operative del nostro corpo docente. Penso al tema del dissesto idrogeologico, sempre tristemente attuale. Non è più il tempo dell’esitazione e del fatalismo, bensì si deve sposare con convinzione la strada della mitigazione e prevenzione del rischio. L’Ateneo possiede tutte le competenze per supportare gli enti locali su questo percorso. Ci sono tanti altri ambiti di stretta collaborazione della nostra Università con gli attori territoriali, tra i quali la mobilità, il trasporto pubblico e la logistica, l’innovazione dei processi e dei prodotti industriali, la conservazione della biodiversità, la valorizzazione paesaggistica, culturale e residenziale del nostro Appennino, il sempre necessario consolidamento e miglioramento delle eccellenze territoriali che compongono il complesso sistema agroalimentare per cui Parma è famosa nel mondo. A prescindere dai temi e dagli interlocutori specifici, l’Ateneo manterrà la stessa apertura verso la collaborazione fattiva, efficace e mai supponente, nella consapevolezza del vero significato e dell’importanza che la Terza missione accademica riveste per la società».
«Credo di non risultare presuntuoso nell’affermare che l’università è sinonimo di progresso della conoscenza e quindi anche per la nostra città costituisce un potente volano di crescita culturale, che agisce in due ambiti distinti. Il primo è quello "diretto", della condivisione dei risultati della ricerca. La pandemia ha solo ritardato il progetto di lungo termine "Facciamo Conoscenza", che l’Ateneo ha avviato in preparazione a Parma 2020 e che continua il suo percorso. In questo sessennio avremo deleghe dedicate a rafforzare l’ambito divulgativo e la citizen science: ci sono tutti i presupposti per fare molto bene, anche tramite l’attivazione di iniziative co-organizzate con i quartieri. Il secondo ambito è quello "indiretto", basato sulla capacità dell’Ateneo di attrarre a Parma tanti giovani di provenienza extra regionale, europea e internazionale, che rappresentano opportunità preziose di contaminazione culturale».
«Il punto di forza dei giovani è dato dall’innato entusiasmo con cui affrontano il futuro, un ingrediente fondamentale per consentire loro di affrontare al meglio le sfide che li attendono. Non ravviso particolari debolezze "di generazione" se si esula dalla generale tendenza, ormai pluridecennale, alla progressiva riduzione del "nozionismo" nei programmi delle scuole superiori. È invece innegabile il cambiamento delle modalità di accesso alle informazioni, legato al veloce progresso delle tecnologie digitali, che determina approcci diversi all’apprendimento. Questo richiede, da parte dei docenti, la capacità di adattamento delle tipologie didattiche, includendo momenti di coinvolgimento diretto delle studentesse e studenti nel processo di approfondimento, per favorire il mantenimento della necessaria attenzione e la conseguente assimilazione dei concetti condivisi. Dobbiamo avere tanta fiducia nei giovani, evitando le facili e pessimistiche comparazioni intergenerazionali che nel contesto socio-tecnologico attuale sono improponibili».
«Il Piano di mandato di Paolo Martelli è ben articolato in tutti i punti, incluse priorità che saranno affrontate sin da subito, avviando percorsi di lungo termine. Torno, ad esempio, sull’annoso problema della residenzialità studentesca, giustamente definita dal rettore "un’emergenza nazionale". È necessario proseguire e rafforzare una strategia pluriennale, fondata sulla consapevolezza condivisa del valore, anche economico oltre che culturale, che i nostri circa 15.000 studenti fuori sede rappresentano per Parma e i comuni limitrofi. Partendo da questo presupposto, potranno essere messe in campo azioni sulla mobilità urbana ed extra urbana, agevolazioni all’affitto, iniziative di rigenerazione urbana finalizzate alla residenzialità studentesca integrata nel tessuto sociale. Un altro tema che resterà di attualità nei sei anni di governo è la semplificazione della macchinosità di certe procedure amministrative dell’Ateneo, che non agevola il rapido riscontro operativo alle tante opportunità che maturano in ambito territoriale, nazionale ed internazionale».
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