Relazione tossica
Cominciata molto presto, la loro storia finì fin troppo tardi. Questo almeno dal punto di vista di lei, che all'inizio della relazione, nel 2018, aveva solo 16 anni, dodici in meno del ragazzo che avrebbe finito per denunciare. Tre anni durò la relazione, tra alti e molti bassi, in un comune della fascia pedecollinare, con una chiusura che ha portato in un'aula di tribunale. Il classico rapporto tossico destinato a ruotare soprattutto attorno alla gelosia di lui (pure lei ha ammesso di essere stata gelosa, ma con un corollario di violenza di tutt'altra portata), con ceffoni spesso pronti a partire.
La volta in cui lei trovò le forze per lasciarlo, lui s'inventò un falso profilo Instagram, spacciandosi per un giovane solo appena arrivato in zona. Lei lo scoprì. Ma il conseguente «mi manchi» confessato da lui riportò al loro ritorno insieme. Fino alla notte tra il 2 e il 3 ottobre del 2021, quando la ragazza, ora 19enne, trascorse la serata nel bar in cui lui lavorava. Il giovane prese male i baci e gli abbracci con i quali la fidanzata, insieme con le coetanee della sua compagnia, accolse a un amico appena arrivato.
Dopo essersi salutati in malo modo, i due però si ritrovarono la stessa notte, per chiarire la situazione. Si riappacificarono, ma non fino al punto che avrebbe voluto lui. Il giovane prese la ragazza per i capelli, la fece sbattere contro il muro e le morsicò un labbro. Il giorno dopo, vedendola con il volto tumefatto, un'amica la costrinse a parlare con la madre. Dal Pronto soccorso, la 19enne venne poi dimessa con una prognosi di 7 giorni. Intanto, ricominciarono i messaggi di lui. Di pentimento prima e di insulti e minaccia poi. Fino alla denuncia. Il giovane è stato condannato a un anno e mezzo (con pena sospesa subordinata al programma di recupero per uomini violenti) dal giudice Alessandro Conti che ha accolto le richieste del pm Laila Papotti.
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