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Casa delle donne

"Rompiamo il silenzio", le attrici raccontano le molestie (dopo la sentenza del Tribunale del lavoro). Il Teatro Due: "Faremo appello: il regista ha agito fuori da qui. Interrotto ogni rapporto con lui"

"Rompiamo il silenzio", le attrici raccontano le molestie (dopo la sentenza del Tribunale del lavoro di Parma)

06 Dicembre 2025, 17:38

"Rompiamo il silenzio": questo il titolo scelto per l'incontro che si è svolto oggi, nella sede della Casa delle Donne di via Melloni durante il quale si è parlato della recente sentenza del Tribunale del lavoro di Parma che si è pronunciato su casi di violenze sessuali e molestie ai danni di due giovani attrici da parte di un regista durante il corso di formazione teatrale organizzato da un teatro cittadino  nel 2019. Una sentenza che, hanno sottolineato le organizzatrici dell'incontro, ha un valore storico e che ha portato,  in questa fase, alla  condanna del regista e del teatro chiamati a   risarcire le vittime per il danni subiti e che, come ha sottolineato il folto pubblico presente, potrebbe essere un primo passo verso una nuova sensibilità contro la violenze e le sopraffazioni di genere.  
In un comunicato, la Fondazione Teatro Due ha annunciato che farà appello alla sentenza del Tribunale del Lavoro e che, nel contempo, ha avviato le iniziative per rivalersi nei confronti del regista, anche per i danni morali e materiali causati al Teatro e a chi appartiene la sua organizzazione. Inoltre, il comunicato spiega come "Il regista ha agito di nascosto, fuori dai luoghi del Teatro e la prima denuncia in procura è stata quella della Fondazione, che ha interrotto, altrettanto immediatamente, qualsiasi rapporto col regista. Il CdA conferma piena fiducia a lavoratrici, lavoratori e direzione" per questo "si respingono integralmente le accuse di connivenza rispetto ai comportamenti violenti del soggetto. Alla luce di quanto risulta dalla sentenza, il regista si è reso responsabile di comportamenti gravi, inaccettabili e contrari ai valori cui si ispira l’impegno della Fondazione. Pertanto, è deprecabile che una questione così importante come quella della lotta alle discriminazioni e alla violenza di genere, che è centrale per la Fondazione fin dalla sua creazione, si sia trasformata in un attacco politico e mediatico". 

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